Prendersi cura della propria barba con particolari tecniche di taglio. Un fenomeno che si è diffuso da tempo nel nord Europa e che sta arrivando anche in Sicilia. Dove il movimento barber shop è approdato per primo a Catania. Con diversi clienti dalla provincia e tra i turisti, «rimettiamo in gioco il mestiere del barbierato», raccontano i gestori
Barber style, il catanese e la sua vanità «La figura dell’hipster sta cambiando»
Una moda sempre più in espansione, che ormai da qualche anno coinvolge milioni di giovani in tutta Italia, ma anche adulti, e, in qualche caso, anziani. È il barber style, cioè la tendenza di modellare e curare la propria barba, ormai, alla stessa stregua del capello. «La barba non ha età», spiega Alessandro Pluchinotta, titolare del negozio Paddock di Corso Italia, tra le più note barberie catanesi. «L’idea di aprirne una nasce dai miei viaggi. Dal 2012 al 2014 ho visitato tre o quattro barberie in giro per l’Europa, queste cose ti danno un forte stimolo e ti fanno capire che il mondo sta cambiando. Il movimento barber shop, – spiega – nasce dall’esigenza da parte dell’uomo di curare la propria immagine. Di conseguenza, c’è la volontà di rinnovare e quindi rilanciare questo prodotto che si era smarrito».
Il proprietario della barberia catanese parla della storia recente di questo fenomeno e traccia un bilancio per il futuro: «Tutti i barbieri sanno fare una barba, assettare è tutta un’altra cosa. Negli ultimi 35 anni si era persa l’abitudine di modellare la barba, le star di Hollywood hanno dato inizio a questa tendenza intorno al 2011 e in seguito, anche gli sportivi, fra cui molti calciatori. È una moda che durerà per i prossimi quattro anni nella parte sud dell’Europa, mentre nel nord Europa il fenomeno non è mai scomparso. Infatti molti dei prodotti che utilizziamo sono di provenienza inglese, olandese e svedese». Così si arriva alla Sicilia. «Io adoro questa città – conclude Pluchinotta -, ma questo genere di negozio non è adatto a una città come Catania perché necessita di un bacino di utenza più grande e di una clientela più cosmopolita. Condizioni che, allo stato attuale, il capoluogo etneo non può offrire».
Sulla stessa linea di pensiero è Carmelo Barbagallo, titolare del negozio Figaro barber house di via Umberto. «Per una città come Catania ne basterebbero tre o quattro al massimo di questi negozi, perché non è una grande metropoli. Non a caso, mi trovo molto bene con i clienti stranieri, forse più abituati». Nonostante tutto, però, non manca l’ottimismo. «Il mio obiettivo è quello di aprire altre barberie su Catania e provincia – continua – perché è un tipo di attività che mi dà soddisfazione sia a livello professionale che economico, e non intendo fermarmi a un solo negozio». L’ultima barberia visitata nel nostro tour è anche la prima nata a Catania: Gentleman’s barber shop, in via Aberto Mario, di Paolo Santonocito. «Qui vengono clienti da più parti della Sicilia – racconta – La mia idea nasce dal fatto che la vera barberia è andata scomparendo». Nel 2013 Santonocito è a Londra, dove a un corso manageriale scopre l’esistenza della figura del barber shop, «che ha rimesso in gioco il mestiere del barbierato».
«Da imprenditore ho sposato l’idea – continua – e, appena tornato a Catania, mi sono attivato insieme a mia moglie per aprire un negozio che potesse condensare l’antica manualità del barbiere con le nuove tecniche di taglio». Santonocito parla anche dell’importanza di questa figura professionale. «Quella del barber shop, oltre che una mentalità, per me è un culto. Nell’arco di un anno siamo passati da una clientela pari a zero, agli attuali 600 clienti mensili». Anche l’immagine dell’uomo in barba sta cambiando con i tempi, «la figura dell’hipster sta mutando, per questo ci dobbiamo adeguare. La nostra clientela, – continua – non bada al prezzo ma alla qualità del servizio; sono esigenti e vogliono un trattamento speciale».