L’impianto di compostaggio c’è ma la Rap, società partecipata del Comune di Palermo che si occupa della gestione dei rifiuti, pubblica un bando per cercare ditte che si assicurino lo stesso servizio per poco meno di un milione di euro. A questi costi si dovranno aggiungere inevitabilmente quelli di trasporto – visto che gli impianti grandi abbastanza per gestire la mole di circa undicimila tonnellate di rifiuti organici prodotte dal capoluogo – nella Sicilia Occidentale si trovano uno a Marsala e uno a Joppolo Giancaxio (l’unico presente nella provincia di Palermo è a Ciminna, che però ha una capacità di gestione dell’organico di circa tremila tonnellate e risulta quindi essere troppo piccolo). La denuncia arriva dal Movimento 5 stelle, che tramite il suo consigliere a Sala delle Lapidi Antonino Randazzo punta il dito contro la gestione inefficace dei rifiuti organici da parte dell’azienda e del Comune.
E in effetti, andando sul sito della Rap, si trova un bando pubblicato il 25 settembre, il cui oggetto è «l’affidamento del servizio di conferimento e trattamento rifiuti urbani biodegradabili provenienti dalla raccolta differenziata nella Città di Palermo presso piattaforma di recupero per la produzione di compost». «Palermo è in possesso di un impianto di compostaggio, eppure trasporta l’umido in giro per la Sicilia – scrive su facebook Randazzo – con aggravio di costi di un milione di euro oltre oneri di trasporto (nel bando la base di gara dell’appalto 931.200 euro più Iva come importo base, ndr). Si tratta di quello proveniente dalla raccolta differenziata porta a porta del capoluogo siciliano e i rifiuti da scarti di frutta e verdura del mercato ortofrutticolo e dei mercati cittadini». Successivamente il consigliere analizza quali erano le originarie intenzioni progettuali per la gestione del compost prodotto a Palermo, spiegando cosa sarebbe andato storto: «La linea TMB della piattaforma impiantistica di Bellolampo destinata alla produzione di compost non è ancora attiva in quanto tutte le biocelle sono utilizzate per la gestione dei rifiuti indifferenziati e intanto paghiamo un milione di euro l’anno oltre costi di trasporto per portare in giro le bucce della nostra frutta».
«Dal 2016 l’impianto – dice a MeridioNews il consigliere Randazzo – prevede una linea legata all’impianto di compostaggio, oggi non attiva perché le biocelle che dovrebbero essere utilizzate per lo stoccaggio del rifiuto organico e per farlo diventare compost sono usate per l’inorganico. Sono quattro su diciotto, che però vengono destinate allo stesso uso delle altre quattordici. Il Comune ha bisogno di compost di qualità, penso a Ville e giardini – dice ancora Randazzo -, ma evidentemente si vedrà costretto a reperirlo altrove. Il sindaco Orlando dimostra ancora una volta poca dimestichezza in materia. La giunta confusa – dice ancora Randazzo – non ha una chiara visione e nemmeno una programmazione per gestire rifiuti intesi come risorse da valorizzare».
La replica del Comune è affidata a Sergio Marino, vicesindaco e assessore all’Ambiente: «Rigiro alla Regione l’accusa, che per l’emergenza rifiuti ha fatto conferire a Bellolampo quelli di diversi Comuni dell’isola – risponde Marino – Questo ha dovuto necessariamente comportare l’occupazione delle biocelle che erano previste per l’impianto di compostaggio, cosa della quale era consapevole la Regione stessa. Per fronteggiare l’emergenza – continua Marino – è stato chiesto al Comune di Palermo e alla Rap questo sacrificio, che l’amministrazione e la società hanno accettato nella misura in cui bisognava dare solidarietà al territorio. Che la colpa oggi sia della giunta – conclude – onestamente mi fa ridere».
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