Banche, raggiunto l’accordo nazionale sul Fondo di solidarietà. Parla Carmelo Raffa

“I BANCHIERI HANNO CAPITO CHE L’ARROGANZA NON PAGA. IN SICILIA CHIEDEREMO IL MASSIMO RISPETTO PER I LAVORATORI”

La Fabi e le altre Organizzazioni Sindacali hanno raggiunto l’accordo nazionale per l’adeguamento del Fondo di Solidarietà alla normativa introdotta con la Legge 92/12(c.d. Legge Fornero). Si è anche definita un’intesa che, a partire dal mese di febbraio del prossimo anno, consente di ripristinare un corretto metodo di confronto per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, a partire dal mantenimento della validità dell’attuale CCNL almeno fino al 30 settembre 2014.
L’accordo sul Fondo di Solidarietà mantiene sostanzialmente invariate le modalità di funzionamento: dall’accesso volontario tramite accordo collettivo, alle misure degli assegni, insieme alla possibilità – da verificare con le autorità competenti – di utilizzare l’indennità di disoccupazione solo in caso di risoluzione consensuale, ristabilendo a 5 anni (60 mesi) l’efficacia delle prestazioni del Fondo stesso.
Grazie alla straordinaria mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici bancarie, si è così non solo evitata la confluenza del Fondo alla gestione residuale INPS, ma si è anche evitata la sua trasformazione in un Fondo bilaterale a natura privatistica.
Inoltre, tra gli obiettivi realizzati, vanno annoverati quelli di iniziare, a partire dal 28 febbraio 2014 la trattativa per il rinnovo del CCNL e di discutere, entro la fine di marzo, dell’accordo sui Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza(RLS) nonché del funzionamento del Fondo per l’Occupazione(FOC).

A Carmelo Raffa, figura storica della Fabi siciliana – l’organizzazione sindacale bancaria più rappresentativa dell’Isola (sindacato che non si è mai venduto ai banchieri) – chiediamo ‘lumi’ su questo accordo.

Raffa, come valuta questo accordo?

“Ottimo perché abbiamo fatto capire ai banchieri che l’arroganza li porta a sbattere e la forza lavoro di traverso non aiuta sicuramente le banche a raggiungere i propri obiettivi. Si è raggiunto un accordo sul fondo esuberi che garantirà la tutela per i prepensionamenti fino al 2024. Debbo ricordare che il Fondo di solidarietà rappresenta uno strumento pagato prevalentemente dai lavoratori che hanno sacrificato parti della retribuzione. Inoltre, fatto altrettanto importante, l’ABI ha dovuto revocare la disdetta -ricatto sul contratto nazionale di lavoro e così si potranno avviare serene e costruttive trattative tra le parti”.

Le azioni di protesta sono questa volta servite a qualcosa?

“Certamente sì! Innanzitutto i bancari hanno dimostrato in Sicilia ed in tutt’Italia la massima compattezza. Le cifre a tal proposito sono chiare: il 31 ottobre oltre il 90% degli sportelli era chiuso. Dopo lo sciopero non ci siamo fermati e sono state effettuate forme di protesta estemporanea nelle principali città. Ricordo che a Palermo, approfittando dell’inaugurazione di una nuova filiale di Unicredit, abbiamo inscenato un sit-in contestando l’Amministratore delegato, Federico Ghizzoni, che a parole si dichiarava colomba e nei fatti, rappresentando Unicredit in seno all’ABI, avallava la linea dei falchi capitanati dal signor Micheli. Non dobbiamo sottovalutare, inoltre, la presenza in tutte le fasi del nostro leader Lando Maria Sileoni che, come ho avuto modo di affermare nella mia relazione al Congresso Fabi di Palermo, si è fatto apprezzare anche dalle altre Organizzazioni sindacali e temere dalla controparte che si trova davanti una persona competente, tenace, determinata ed in grado di ricercare e trovare soluzioni adeguate alle problematiche”

Quali ripercussioni avrà in Sicilia la tregua raggiunta in sede ABI?

“Prenderemo atto della pace raggiunta, ma esigeremo a tutti i livelli il massimo rispetto dei lavoratori. Come sindacato di riferimento non intendiamo deludere le aspettative dei nostri rappresentanti e se qualcuno sogna di continuare a dirci: ‘Le scelte gestionali competono a noi’, noi risponderemo: va bene, ma il sindacato non resterà a guardare che si facciano scelte sbagliate e che magari si calpesti la dignità di lavoratori che hanno dimostrato sul campo di possedere capacità ed alte doti di professionalità. A tal proposito come Fabi metteremo in piedi un osservatorio regionale”.

 


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