Se le abitudini sono dure a morire quelle legate ai rifiuti lo sono ancora di più. È così che spesso accade a Palermo che, dopo ogni spostamento dei cassonetti, resta sempre qualche irriducibile che si ostina a depositare il proprio sacchetto laddove prima si trovavano gli appositi bidoni. Quando poi i cassonetti in questione si trovano in una delle zone più critiche quanto a produzione di rifiuti, nel cuore del mercatino abusivo di Ballarò, i risultati sono impressionanti, come succede in via Giovanni Grasso.
I cassonetti di via Grasso, a ridosso di Piazza Ritiro San Pietro, da qualche tempo sono stati spostati per consentire gli scavi di un cantiere, che hanno coinvolto l’intero marciapiede per una ventina di metri. Scavi ancora in corso, ma già ricoperti. Ricoperti da rifiuti. La grande buca aperta in cerca delle condutture è stata infatti riempita in pochissimo tempo con sacchetti di uso domestico e scarti di merce invenduta dopo il mercatino, che con le sue bancarelle ha praticamente inglobato l’area delimitata dalla classica recinzione arancione.
E proprio quell’area, dove ora sorge il cantiere-discarica, nel tempo si è segnalata più e più volte per l’eccedere dei rifiuti, tanto che non sono nuovi i roghi che hanno ormai segnato indelebilmente il muro del magazzino a cui erano accostati i cassonetti. Un segno nero che si riesce chiaramente a vedere addirittura dalle foto scattate dal satellite per Google Maps, che di quella via, proprio in quel punto, mostra le cicatrici di tanta inciviltà, ricoperte, anche in questo caso, da centinaia e centinaia di sacchetti della spazzatura.
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