Una è palazzo Butera, di cui si vuole recuperare l’antico teatro seicentesco. L’altra, invece, è nota per essere stata la dimora del boss Castello, fiancheggiatore di Provenzano, che diventerà un centro sociale polivalente. Il fine, in attesa di ottenere i fondi Po-Fesr 2014-20, è quello di «valorizzare cultura e storia» bagheresi
Bagheria, approvata riqualificazione ville storiche «Progettiamo una comunità del domani diversa»
A Bagheria sindaco e giunta non vanno in vacanza, anzi. All’indomani del Ferragosto, infatti, l’amministrazione comunale approva due atti importanti. Uno è il progetto definitivo di riuso e rifunzionalizzazione della villa in corso Baldassare Scaduto, bene confiscato alla mafia un tempo appartenuto al boss Simone Castello, che verrà riutilizzata per fini sociali. Il secondo, invece, è un progetto esecutivo che punta al recupero funzionale del teatro di palazzo Butera Branciforti. «Progettiamo una Bagheria del domani diversa, che possa valorizzare cultura e storia che l’hanno per secoli caratterizzata», commenta il sindaco Patrizio Cinque.
Personaggio di spicco all’interno della rete di fiancheggiatori di Bernardo Provenzano, Castello viene arrestato l’ultima volta a Murcia, in Spagna. Prima della condanna definitiva per associazione mafiosa del 2005, ha il tempo di prendere in mano le redini della famiglia mafiosa di Bagheria, roccaforte di un Provenzano allora latitante, che proprio lì aveva un’amante, Maria Mesi. La sua villa, parte del patrimonio comunale dal 2014, sarà trasformata in un centro sociale polivalente. Una proprietà di 2.200 metri quadrati disposta su tre livelli rimasta abbandonata per anni e che l’amministrazione bagherese intende assurgere a simbolo della legalità, «trasformandola in un luogo di aggregazione al fine di combattere il disagio sociale, l’emarginazione e l’isolamento».
Verranno attivati laboratori, attività ricreative e produttive, agricole ed esperienziali nei giardini adiacenti. Il progetto prevede la realizzazione di una foresteria con sei posti letto e un bagno comune e di un’aula formativa/multimediale di trenta posti, uno spazio di co-progettazione/co-working, uno sportello di ascolto e uno informativo sociosanitario. Non mancheranno anche laboratori di scrittura creativa, un centro aggregativo per giovani e uno per bambini/adolescenti, uno sportello a cui rivolgersi per ottenere informazioni, assistenza e consulenza legale per i migranti presenti nella comunità bagherese, e infine un ultimo sportello collegato alle principali attività del programma Erasmus Plus.
L’edificio, che malgrado gli anni di abbandono si è ben mantenuto, sarà modificato solo a livello esterno, mentre gli spazi interni saranno riconfigurati lasciando immutata la struttura della villa. I lavori stimati, che includono anche la realizzazione di pedane e ascensori, si aggirano intorno ai 600 mila euro. il progetto di recupero del teatro di palazzo Butera, il palazzo più antico di Bagheria, punta invece a mantenere la funzione originaria del luogo, recuperando il cortile ovest dove sarà realizzato un teatro all’aperto con palco e sedie mobili. «Dagli scavi sono emerse tracce delle antiche fondamenta che verranno lasciate a vista, come testimonianza storica, attraverso una pavimentazione in vetro trasparente, e un’illuminazione bassa con piccoli fari a led. È prevista anche un’illuminazione del palco e della stessa sala con appositi fari», spiega Cinque. Entrambi i progetti restano adesso in attesa di passare lo step successivo: quello dell’ottenimento dei fondi Po-Fesr 2014-20, che permetteranno l’avvio dei lavori.