Autostrade, Crocetta conferma fusione Cas-Anas «Ristrutturiamo le gallerie della Messina-Catania»

«Dalla fusione con l’Anas nascerà una nuova realtà che saprà dialogare con il resto d’Italia». Ad confermare quello che dovrebbe essere il cambio di veste del Cas, il consorzio autostrade siciliane, è il presidente della Regione Rosario Crocetta in visita negli uffici di contrada Scoppo a Messina, per tracciare il bilancio di un anno che ha visto l’ente investire quasi 180 milioni di euro nelle autostrade siciliane. «Nei prossimi giorni incontrerò il ministro Delrio per tracciare le linee guida di questa nuova società. E anche il presidente di Anas, Gianni Armani, per concludere l’iter – ha spiegato il governatore -. L’Anas promette investimenti milionari e la salvaguardia dei posti di lavoro. Non sappiamo ancora quale sarà il suo nome, ma vi garantisco che la sede sarà sempre a Messina, perché – ha specificato Crocetta – è una città che ha subito molti attacchi e merita grande attenzione dai governi». 

Crocetta ha voluto spiegare perché le autostrade non sono state lasciate in mano ai privati. «Volevano solo gestire le tratte più remunerative come la Messina-Catania. Noi invece abbiamo bisogno di gente che investe – ha commentato -. Ad esempio nella tratta Siracusa-Ragusa, che nel futuro è destinata a diventare una tratta di grande sviluppo economico». Il pensiero di Crocetta è condiviso dal presidente del Cas Rosario Faraci: «Abbiamo fatto strada, ma siamo ancora a metà – spiegano -. C’è da completare la rete autostradale, migliorare i servizi». Per farlo però occorre «una maggiore coesione tra i diversi enti, ma anche tra lavoratori e azienda». In tal senso, Crocetta ha ribadito la necessità di remare tutti dalla stessa parte. «Stiamo per iniziare una fase di entusiasmo e di rilancio. Sul tavolo ci sono già i 120 milioni del Patto per la Sicilia e altri 60 milioni del Patto per Messina». 

Dei primi, come spiegato dal direttore del Cas Salvatore Pirrone, «45 milioni sono destinati alla ripavimentazione dell’A18 da Giarre a Messina, e sulla A20 da Tremestieri a Furiano. Altri 40 milioni per il posizionamento di barriere di sicurezza sulla Messina-Catania e sulla Messina-Palermo. I restanti per la ristrutturazione delle gallerie lungo la Messina-Catania, che sono le più vecchie». I 60 milioni del Patto per Messina invece serviranno per gli svincoli autostradali di Alì, Santa Teresa, Monforte San Giorgio e la progettazione di quello di Villafranca. Per farlo occorrono uomini, ecco perché «entro il 31 dicembre stiamo lavorando per sottoscrivere un protocollo con l’Anas che ci permetta già il primo gennaio di poter rendere operativi i loro tecnici».

Per velocizzare i tempi, domani all’Ars Crocetta presenterà una norma per sbloccare l’Urega. «Abbiamo 1100 opere previste nel Patto per il Sud e altre 300 in quelle delle città metropolitane – ha sottolineato -. Presenteremo una norma che ci consentirà di aumentare le soglie del massimo ribasso e la platea di possibili commissari e presidenti di gara che passerebbero. Dagli attuali 18 si arriverebbe a circa un centinaio. Per i progetti del Cas, che è stazione appaltante, basterebbe solo che vengano presentati progetti cantierabili». Tra i primi progetti c’è quello di messa in sicurezza e riapertura dell’autostrada A18 nel tratto della frana di Letojanni. «In vista del G7 dobbiamo accelerare i tempi – spiega Faraci -. Per farlo stiamo presentando due lotti esecutivi. Il primo prevede la palificazione della frana e lo spostamento dei detriti, mentre il secondo riguarda la riapertura eccezionale della carreggiata». Entro fine anno invece dovrebbero essere collaudati i giunti temporanei sul viadotto messinese Giostra-Annunziata. Questo consentirà entro marzo di aprirne in uscita almeno uno.

Massimo impegno, infine, è stato promesso dal governatore per completare tratti autostradali abbandonati come ad esempio quello Gela-Agrigento-Castelvetrano e progettarne nuove. «Dobbiamo pensare anche a collegamenti diagonali come la Palermo-Agrigento, la Palermo-Sciacca, la Santo Stefano Camastra-Gela. Ancora oggi – ha concluso Crocetta – per spostarsi da un punto e l’altro della Sicilia si devono fare giri lunghissimi».


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