Augusta, i sentieri immaginari per trasformare la ferrovia dismessa: «Porteremo idee concrete alle istituzioni»

Un incontro di immaginazione collettiva che ha già portato i primi risultati concreti sul futuro degli oltre sette chilometri di linea ferroviaria e dell’attuale stazione di Augusta, in provincia di Siracusa, che saranno dismessi entro il 30 giugno del 2026. Dopo la realizzazione di un nuovo bypass ferroviario progettato da Rete ferroviaria italiana, il collettivo Sentieri immaginari ha organizzato una prima assemblea pubblica proprio nel piazzale davanti alla stazione della Borgata di Augusta. «Avevamo portato cinquanta sedie – racconta a MeridioNews Agata Garsia, una delle attiviste – e, per fortuna, non sono bastate». Tra attivisti, rappresentanti di associazioni e comitati locali e comuni cittadini, una sessantina di persone si sono sedute in cerchio. L’inizio di un percorso partecipativo che, dalla riflessione teorica, è passato presto alle proposte concrete sulla riconversione dell’attuale percorso ferroviario e della stazione. «Con una risposta unanime arrivata dalle diverse realtà che hanno animato il collettivo nato in maniera spontanea».

Per tutti, l’idea è da cui partire quella di un recupero ambientale e naturalistico di quei luoghi con la creazione di una pista ciclo-pedonale «che si potrebbe definire rinaturalizzata», spiega al nostro giornale Garsia che, oltre a essere una delle organizzatrici di Sentieri immaginari, è una biologa del suolo augustana. «Dopo gli anni di studio fuori dall’Isola – sottolinea – sono tornata in Sicilia con l’idea di vederla rinverdire e rifiorire e con l’intento a impegnarmi per questo». Un intento condiviso dal collettivo che, in un territorio che è uno dei lati del quadrilatero industriale del Siracusano, punta ripristino degli ecosistemi. Dalle saline alle diverse aree naturalistiche, l’obiettivo sarebbe quello di «riconnettere le persone che vivono nelle aree urbane con la natura per creare delle connessioni ecologiche».

Ma non solo. Per i diversi locali della stazione ferroviaria, nel corso dell’incontro di immaginazione collettiva, sono emerse varie opzioni «che non sono in contrasto tra di loro – analizza Garsia – ma possono convivere: un centro culturale, una sede condivisa da varie associazioni, una ciclo-officina con un bar associativo, ma anche un ostello della gioventù e perfino un museo della Migrazione». Visto che, negli anni, proprio quello di Augusta è stato uno dei porti di sbarco di molti migranti. Un primo incontro di cui adesso «stiamo tirando le fila – anticipa la biologa augustana – per stilare un progetto definitivo da presentare al tavolo tecnico con l’amministrazione locale e Rfi sulla base di quanto emerso nel corso dell’assemblea pubblica». Che non resterà un episodio isolato. «Dai partecipanti, infatti, è emersa – conferma Garsia – la volontà di continuare in questo percorso di immaginazione collettiva, con uno spazio permanente di partecipazione cittadina, in vista della trasformazione di queste aree dismesse». Il prossimo incontro pubblico è già in programma per la fine dell’estate. «In quella occasione, coinvolgeremo anche altre realtà simili già attive in Sicilia e condivideremo i primi risultati di questa visione condivisa di questo progetto di rigenerazione urbana e ambientale».


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