Prima l'approdo in Italia con un barcone. Poi, forse, i disordini al centro di accoglienza di Lampedusa, la partecipazione all'incendio della struttura, il trasferimento nel capoluogo etneo e un periodo di reclusione, lungo almeno tre anni, nella casa circondariale dell'Ucciardone. Ma anche una segnalazione a Caltanissetta
Attentato Berlino, tappe in Sicilia del sospettato Dalla Tunisia a Catania, fino al carcere a Palermo
Approdato in Italia con un barcone, assieme ad altri migranti. Forse passato da Lampedusa, poi da Catania, da Palermo e da Caltanissetta. Infine, arrivato in Germania e adesso ricercato in tutt’Europa. È Anis Amri, il 24enne tunisino, principale sospettato per l’attentato – rivendicato dall’Isis – di lunedì 19 dicembre in un mercatino natalizio di Berlino. Sarebbe nato a Ghaza nel 1992 e dal suo Paese, dopo la primavera araba del 2011, si sarebbe imbarcato per la traversata del Mediterraneo.
Le informazioni certe a questo punto si fermano: secondo alcune agenzie giornalistiche, il giovane Anis Amri si sarebbe dichiarato minorenne di fronte alle autorità italiane. Secondo il quotidiano La Repubblica, avrebbe partecipato all’incendio del centro di accoglienza di Lampedusa e, dopo l’arresto, sarebbe stato trasferito prima a Catania e poi a Palermo. Qui, nel carcere dell’Ucciardone, avrebbe trascorso almeno tre anni.
In base a fonti investigative, di lui ci sarebbero tracce nel 2015 a Caltanissetta, dove si sarebbe reso responsabile di lesioni ai danni di una persona. Le autorità tedesche sono disposte a pagare una taglia di 100mila euro a chiunque offrirà informazioni utili per arrivare all’arresto del tunisino.