Continuano le polemiche sulle tre donne che da tempo denunciano minacce e intimidazioni in merito ai loro terreni di Mezzojuso. In questo momento sono in audizione presso la Commissione Antimafia. «Hanno già provveduto a presentare le prime querele»
Attacchi alle sorelle Napoli, parla il loro avvocato «Prima l’isolamento, ora la macchina del fango»
«Puntualmente, dopo le coraggiose denunce delle mie assistite, le sorelle Anna, Gioacchina e Irene Napoli, che hanno messo allo scoperto il dramma fatto di vessazioni e ingiustizie subite nel corso degli anni, è partita, inesorabile, la macchina del fango». Lo dice in una nota l’avvocato Giorgio Bisagna, che difende le tre sorelle di Mezzojuso che hanno denunciato di aver subito minacce mafiose. «Cominciano a spuntare infatti, attacchi calunniosi e diffamatori nei confronti del padre delle mie assistite – spiega il legale – defunto dal 2006 e totalmente invalido dal 1998, volti a infangare non solo la sua persona, ma soprattutto per delegittimare l’operato delle sorelle Napoli, e, di riflesso, l’operato degli organi investigativi».
In questo momento le tre sorelle stanno per essere ascoltate all’Ars, presso la Commissione Antimafia. Da tempo sono supportate dalla trasmissione tv Non è l’arena, che ha criticato l’atteggiamento della cittadina del palermitano, a suo modo di vedere eccessivamente cauto verso le denunce delle donne. Tanto che il sindaco di Mezzojuso Salvatore Giardina ha querelato il conduttore Massimo Giletti. Una ghettizzazione che le sorelle continuano a scontare, almeno secondo la denuncia del loro avvocato.
«Prima l’isolamento sociale di cui le mie clienti sono state vittime nel loro paese di residenza – continua Bisagna – Oggi si assiste a misure decisamente più forti, fatte di insulti e diffamazioni sui social e sui media ad opera di soggetti a caccia di visibilità. Le mie assistite non intendono subire oltre, ulteriori attacchi alla onorabilità loro, all’immagine del loro amato padre, e hanno già provveduto a presentare le prime querele. Ho quindi ricevuto incarico di procedere, verso tutti coloro che si renderanno responsabili di attacchi diffamatori e calunniosi il cui unico fine è la delegittimazione morale di chi, in una terra difficile come quella nostra, prova dire no a soprusi e arbitri, ricevendo in cambio isolamento fisico e denigrazione».