Aspiranti interpreti e traduttori: ecco cosa vi aspetta!

Mai come ai giorni d’oggi è indispensabile la figura del traduttore e interprete. Questi è capace di esprimere da una lingua ad un’altra i pensieri di altri uomini che si trovano in serie difficoltà, se il pubblico a cui è rivolto il loro discorso non parla la loro stessa lingua.

Ampiamente sottovalutata nel corso dei secoli, ormai la traduzione è considerata un mezzo fondamentale per la comunicazione internazionale. Saper tradurre e interpretare un testo, un libro o un semplice discorso è un compito molto arduo. Se pensiamo, poi, alla traduzione simultanea vedremo che questa obbliga l’interprete a cimentarsi nell’assimilazione e traduzione di una lingua nel medesimo istante in cui si svolge la discussione o il dibattito.

Saper trovare le parole giuste non è l’unica difficoltà! Riuscire a far emergere ogni sfumatura, ogni tono, sarcastico e non, ogni frase idiomatica e modo di dire, è quasi impossibile se non si hanno le conoscenze adeguate. Come ben sappiamo, soprattutto noi che siamo studenti di Lingue, ogni lingua ha le proprie caratteristiche e peculiarità. Basti pensare ai numerosi modi di dire che esistono nella lingua italiana. Per fare qualche esempio, l’espressione “prendere due piccioni con una fava”, se la volessimo tradurre in arabo risulterebbe equivalente a “colpire due uccelli con una pietra”; o ancora, la domanda abbastanza colorita “vivi al Colosseo?”, che usiamo magari quando qualcuno lascia la porta aperta, dove si nota uno spiccato senso “patriottico”, rivolta ad un inglese diventerebbe “sei nato in un granaio?”. Potrei fare un elenco infinito di modi di dire, detti e forme di turpiloquio che rendono la vita difficile ad un povero traduttore.

Errori del genere potrebbero sfociare in una sonora risata o in uno straniamento generale. Ciò non toglie che queste difficoltà non sono proprie solo degli interpreti e traduttori alle prime armi, come si potrebbe comunemente pensare, ma anche traduttori di fama mondiale, che svolgono questo lavoro da anni, possono cadere nell’errore. Ma abbiamo mai pensato che ciò che viene tradotto “male” potrebbe portare a delle conseguenze assai importanti? Una sola parola errata potrebbe cambiare il mondo e il corso della storia.

Ho avuto l’occasione di leggere un articolo di Hooman Majd che, oltre ad essere un giornalista che collabora con alcuni giornali statunitensi, è stato, il 19 settembre 2006, interprete (o come egli stesso si definisce “la voce inglese all’ONU”) del presidente iraniano Mahmoun Ahmadinejad. Homman Majd dichiara: «Mi sono reso conto, di colpo, che ogni mia parola sarebbe stata ascoltata in tutto il mondo […] Non avevo intenzione di discostarmi dal testo scritto, ma ero sollecitato – oltre che terrorizzato – dall’idea che sarebbe bastato aggiungere una parolina qua e là per provocare titoli cubitali ed emicranie in tutto il mondo, se non addirittura farmi finire nel carcere di Gitmo o di Evin, a Teheran».

Esagerazioni? No, se si parla di Iran e America; se si parla di culture così differenti e in contrasto: dove ciò che è giusto per l’uno è sbagliato per l’altro; dove una sola parola potrebbe cambiare il destino di molte genti.

Tutto questo mi fa pensare a quanto la comunicazione sia importante, ma allo stesso tempo pericolosa. Bisognerebbe pensare mille volte prima di pronunciare anche una singola parola. Ma l’interprete non può farlo: dalle sue orecchie entra un’informazione che immediatamente fuoriesce dalla sua bocca in un codice diverso, ma che mantiene lo stesso significato. Una omissione o una aggiunta potrebbe verificarsi fatale.

Concluderei ricordando un uomo che sapeva giocare con le parole, dando vita ad aforismi unici e inimitabili, e che può farci riflettere su quale sia il vero peso di una parola: “La prima tragedia della vita sono le azioni, la seconda le parole. E forse le parole sono peggio. Le parole sono spietate” (O. Wilde).


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