«Un servizio pubblico in crescita e con una qualità superiore a quella fornita dai privati». Progetti musicali e artistici, integrazione con bambini non vedenti, aumento del numero degli iscritti, riduzione della spesa del personale e subentro di figure specializzate. L’assessore al Welfare Fiorentino Trojano ha presentato oggi i risultati di un anno di gestione degli asili nido comunali nella struttura di via Calipso, a Picanello. Sembrerebbero dunque lontane le proteste di qualche mese fa. Ma l’incontro – al quale hanno partecipato anche i partner coinvolti e il sindaco Enzo Bianco – è stato monopolizzato da un vivace scambio di battute con i genitori dei piccoli che frequentano l’asilo. Oggetto delle critiche, la decisione di esternalizzare i servizi nelle sedi di via Calipso e via Stanislao Cannizzaro, che con una quarantina di frequentanti a testa sono le più frequentate.

«Sono molto orgoglioso di poter annunciare che in termini di numeri, tra asili nido e di caseggiato, siamo a 453 bambini – annuncia l’assessore – In un anno abbiamo recuperato tre anni di distruzione di questo servizio fatto dalla precedente giunta». E poi la riduzione del personale, «da 135 operatori siamo passati a 71, come previsto dalla legge. Nessuno è stato licenziato, perché sono passati ad altri servizi». Il titolare del Welfare spiega che «stiamo facendo dei progetti innovativi che renderanno gli asili nido competitivi e superiori per qualità a quelli privati». A cominciare da «educazione artistica e musicale con due enti quali il liceo musicale e l’accademia delle Belle arti – afferma Trojano – Avremo un corso di integrazione per bambini non vedenti fatto con l’Unione italiana ciechi. Questa cosa sconfigge tutti coloro che volevano che il Comune distruggesse gli asili nido e che hanno parlato male della nostra iniziativa».

«Me lo spiega se questo asilo è a norma per i ciechi? – ribatte una delle madri, Gilda D’Alessandro – Me lo spiega perché maestre che già insegnano la manipolazione e la musica non sono qualificate?». «Dopo trent’anni che lo fanno», specifica una donna vicino a lei. Le domande delle presenti sono incalzanti. «Persone che per trent’anni hanno fatto le maestre e non sanno usare il computer, dove andranno?». «Saranno previsti corsi di riqualificazione per il personale», risponde Trojano. L’avvicendamento tra il vecchio e il nuovo personale durerà un mese, per accompagnare i bambini alle nuove figure. «Tutto come previsto», «Spese su spese», commentano i genitori; perché non fare progetti del genere alle materne o alle elementari, si chiedono. «Lì ne hanno bisogno di queste persone», sottolineano riferendosi al personale specializzato. «Un bambino dislessico alla materna lo state aiutando? No», esclama D’Alessandro.

Altro elemento di discordia, assieme alla riduzione dell’orario, è la mancanza della documentazione relativa al progetto sul portale del Comune. «È prevista la pubblicazione», si difende Trojano. «Gli asili nido non li avrebbe se non ci fosse la giunta Bianco», continua l’assessore rivolgendosi alle mamme. «Non ci interessano le belle arti, ci interessano le brave maestre», dice una donna. «I fondi Pac vengono dati per incrementare il numero di bambini, non per esternalizzare», sostiene D’Alessandro. «Se crollano le iscrizioni negli unici due asili che danno soldi al Comune, gli altri che fine fanno? Siamo reali». E prosegue: «I bambini sono qui per le maestre, non per la struttura che sta cadendo a pezzi».

Una soluzione, i genitori di via Calipso la propongono: durante l’estate sono rimasti in funzione «sette asili, uno per ogni circoscrizione». Secondo loro, mantenendo lo stesso numero per tutto l’anno, quindi diminuendo gli asili da 15 a sette, si razionalizzerebbe il servizio. Ma Bianco, rilasciata qualche dichiarazione, non si sofferma nemmeno a leggere la lettera stilata dai genitori. «Abbiamo intenzione di mantenere questo servizio nel migliore dei modi possibili», dichiara. «Ma non state migliorando niente così», ribatte una voce dal fondo dell’aula. Nella missiva si chiede «chiarezza su questi fondi Pac, solo questo – chiarisce Daniela Grillo, rappresentante dei genitori della struttura di via Calipso – Chi prende in mano la situazione?».