Giunto al terzo episdio della personale carriera solista, il songwriter inglese presenta Keys to The World: disco che strizza l'occhio a Bob Dylan
Ashcroft e le chiavi del mondo
RICHARD ASHCROFT
Keys to the world
2006
EMI
TRACKLIST:
Why not nothing?
Music is power
Break the night with colour
Words just get in the way
Keys to the world
Sweet brother Malcom
Cry till the morning
Why do lovers
Simple song
World keeps turning
Sono lontani, lontanissimi i tempi in cui il giovane Ashcroft, con la sua uniforme nera e il suo sguardo incazzato, prendeva a spallate chi intralciava la sua strada e mandava al diavolo una vita dolce/amara. Quelli erano i Verve e quello era il 97 di Urban Hymns e della sua nichilista dichiarazione dintenti.
Oggi il signor Ashcroft è un interprete equilibrato più soffice nei toni. Alone With Everybody prima e Human Condition poi, avevano già evidenziato la svolta addomesticata del buon Richard fatta di brani morbidi, di grandi sentimenti e di melodie dagli accenni orchestrali sempre dietro langolo. Con il terzo capitolo della sua avventura solista: Keys to the world, si assiste ad unulteriore frenata rispetto alle colorazioni plumbee ed estreme della sua cattiveria giovanile.
Il dinoccolato singer inglese, ora, verte verso un cantautorato di antiche radici che, tuttavia, riesce a valorizzare solo a tratti. Infatti, rubacchiando un po da Springsteen (Why not nothing), da Dylan (Sweet Brother Malcom, World keeps turning) e dagli Stones più dimessi (Music is the power), Ashcroft arriva a confezionare un album di buone canzoni pop, ma un tantinello insipide.
Per carità nessun episodio tra i 10 brani della tracklist demerita o si fa disprezzare (vedi la dolcissima Why do lovers), ma, come già detto, la verve di una volta latita eccome, e le idee musicali fanno e disfanno, tessono e ci ripensano, salzano per poi atterrare in un repentino alternarsi tra buone intuizioni e noia pura. Il chiaro riferimento a Bob Dylan lo si scova oltre che nella voce articolata a immagine e somiglianza, nei contenuti sociali del disco in cui la ricerca di un pass-pour-tout per decifrare il mondo si presenta come la nobile speranza dellautore.
Per quanto ci riguarda voliamo meno in alto cercando, per il momento, di trovare la chiave per apprezzare maggiormente questo disco.