Artigiani ghanesi e palermitani uniti nel nome del Kente «Creiamo prodotti locali con un pregiato tessuto africano»

KxK (Korai per Kente) nasce dall’incontro di due realtà: la cooperativa tutta al femminile Korai,dedita al recupero dei Beni culturali e il Ghana Sicily Business Forum,una rete di internazionalizzazione delle imprese siciliane in Ghana. «Nel 2011, – racconta Susanna Gristina, architetto e presidente diKorai, – con alcune colleghe abbiamo deciso di mettere insieme le nostre competenze professionali per dar vita a una società cooperativa che potesse rivalutareil nostro territorio». Negli ultimi anni,in sinergiacon il consolato onorario del Ghana in Sicilia, Korai ha avviato il progetto di eco-design KxK orientatoallo sviluppo della comunità ghanese e della cultura siciliana nel mondo.

«KxK – continua – valorizza il kente,quale espressione dell’identità culturale ghanese,nelle creazioni artigianalimade in Sicily. Questo tessuto viene fabbricato nella regione dell’Ashanti, da soli uomini con telai in legno, attivati da mani e piedi. La sua bellezza è tale che venivaindossato dai renelle celebrazioni più importanti». «Un’occasione- interviene Francesco Campagna, console onorario del Ghana per la Sicilia – di sviluppo sia per i ghanesi presenti in patria che qui perché punta alla diffusione del kente e incoraggia programmi di microcredito femminile destinati alle donne dei villaggi più poveri».

L’incontrodi talentisiculo-ghanesisi traduce nel KxK Network LAB. «Un laboratorio di filiera in rete – spiega il presidente Korai – affidato alle maestranze locali che plasmano oggetti unici, con applicazioni inkente. KxK Network LAB – prosegue – punta a ridare vita all’artigianato sicilianoe a rilanciare antichi saperi ghanesi, attraversoprodotti innovativi e ricchi di tradizione,che tornano ad essere richiesti dal mercato».Tra i creativi coinvolti nel progetto: artigiani di coppole, coffe, cravatte, borse, eco-bijoux e unostilista ghanese.

«Seguendo le geometrie del kente – rivelaLoredana D’Ambra, architetto e titolare di Ibekana – traccio ildesign dei miei moniliin carta eco-sostenibili. In questo momento storico, problematico per l’artigiano, questo progetto può essere la soluzione». Difficile sviluppare un piano di crescita senza una rete di makers, come confessala talentuosa, Morena Cannistraro:«Il mio marchio Archigiana, nato sei anni fa grazie al supporto di Alab (Associazione liberi artigiani/artisti Balarm), promuove una moda etica che si sposa perfettamente con KxK Network Lab». Raccontare oggetti tipici della tradizione siciliana, reinterpretandoli in prodotti di alta moda è l’obiettivo della fashion designer di coffe,Ida Di Bella.«L’intreccio della palma nana, originaria della macchia mediterranea e in particolare della zona di Trapani – dice – è ormai un’arte che va perdendosi con il passare degli anni. Sono pochi ormai gli anziani in giro per la Sicilia che provano a tramandare quest’arte manifatturiera, un’arte difficile, impegnativa, che presuppone sacrificio, impegno e pazienza».

Antichi saperi di una volta, che rischiano di scomparire per sempre, possono tornare alla ribalta se c’è innovazione. Ne sono convinti Matteo Velardi e Francesco Papia, due fabbricanti di coppole siciliane che si tramandano il mestiere da generazioni. «Un’opportunità – sostengono – per molti artigiani colpiti dalla crisi per ritornare a sperare». E la fiducia in un presente multietnico anima la creativa degli orecchini all’uncinetto, Caterina Nicosia. «Le mie produzioni, – confida – impreziosite dal kente, raccontano la storia di due popoli». Mentre per Patrizia Faldetta, artigiana di cravatte, la parola d’ordine è arricchimento. «Un’esperienza – afferma – che mi ha fatto crescere a livello professionale e umano». Lo stesso entusiasmo coinvolge lo stilistaghanese Stephen Martey Apedo Kofi, che riconosce come la passione per la moda sia legata alle sue origini. «Da bambino, – ricorda – ero affascinato dalla velocità e dell’abilità degli uomini del mio villaggio che tessevano il kente. Narra la leggenda che due fratelli, rimasero talmente estasiasti dalla bellezza della tela di un ragno che vollero imitarlo». Fashion designer di successo, nel 2002, crea il brand Smak Klodin.«In sinergia con KxK, – anticipa Kofi – intendo lanciare una linea di moda femminile disegnata da me e interamente prodottadasartorie siciliane, nell’ottica di promuovere un made in Sicily con l’African fabric».

E se ilnetwork diventa il luogo d’incontro dovemakers e creativi dalla Sicilia e dal Ghana condividono un progetto comune, gli ideatori di KxK stanno mettendo a punto una nuova idea:Kxk Craft LAB«Sarà– conclude Gristina – un laboratorio di artigianato, non virtuale ma fisico,in cui giovani ghanesie siciliani lavoreranno, fianco a fianco, nella realizzazione di abiti e accessori. Il piano prevederà anche un punto vendita nel centro storico di Palermo e delle postazioni lavorative di coworkingper piccole riparazioni sartoriali».


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