Gaetano Rampello al momento è in carcere. La sua avvocata ha chiesto i domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico. Nel corso dell'interrogatorio sono stati ascoltati alcuni messaggi vocali inviati dal 24enne
L’interrogatorio del poliziotto che ha ucciso il figlio «Ho sparato ma il gesto non è stato premeditato»
«Non è vero che ho portato con me la pistola per ucciderlo, la tengo sempre con me per abitudine e per esigenze operative e di custodia». Sono le parole pronunciate da Gaetano Rampello, poliziotto 57enne che ha ucciso il figlio 24enne a Raffadali. L’uomo questa mattina è comparso davanti alla pm Chiara Bisso, confermando di essere l’assassino del figlio ma negando la premeditazione del gesto. Rampello, che è in servizio alla Mobile di Catania, al momento è in carcere e la magistrata ha chiesto la conferma della misura cautelare. Sono 14 i colpi esplosi all’indirizzo del figlio Vincenzo, colpendolo alla testa, all’addome e al torace.
Tra i due da tempo i rapporti sarebbero stati difficili. La legale di Rampello, l’avvocata Daniela Posante, ha ottenuto dal giudice di fare sentire in aula alcuni messaggi vocali inviati dal figlio al padre. Insulti e minacce di morte per avere denaro. «Dammi i soldi perché altrimenti ti ammazzo», è uno dei messaggi pronunciati dal 24enne. «Se ti permetti di condividere il messaggio o andare dai carabinieri ti ammazzo, ti taglio la testa», un’altra frase che è stata ascoltata dalla giudice in aula. La legale di Rampello ha chiesto la misura dei domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.