Le zone umide Gelsari e Lentini di recente sono finite al centro dell'attenzione per l'elettrodotto di Terna. Ora a destare perplessità è l'attività di prelievo dell'acqua. Regione: «Non risulta mai chiesto parere per raccolta, sollevamento e scarico in mare»
Il raddoppio della pompa per prosciugare i pantani di Lentini Manca la valutazione d’impatto ambientale per il sito tutelato
Dopo l’elettrodotto, il raddoppio della pompa idrovora. I pantani Gelsari e Lentini continuano a rimanere al centro dell’attenzione per i progetti portati avanti su una delle zone della Sicilia più interessanti a livello naturalistico, al punto che – già quasi un decennio fa – l’Unione europea ha deciso di farli rientrare all’interno della rete Natura 2000, con annesso livello di tutela. Se nel caso del rafforzamento della rete ad altissima tensione il discusso iter ha interessato da una parte la società Terna e dall’altro il ministero dell’Ambiente, il progetto per potenziare il sistema di prosciugamento del pantano Gelsari – la cui gara d’appalto da circa 260mila euro è stata aggiudicata nei mesi scorsi – vede protagonista il Consorzio di bonifica.
L’ente, che fa capo all’assessorato all’Agricoltura, da anni attende la riforma del settore che dovrebbe rivedere le governance. Da queste parti, il Consorzio di bonifica opera dagli anni Trenta del secolo scorso ed è periodicamente impegnato nell’attività di prelievo dell’acqua dalle due zone umide. Una misura che nasce dalle particolari caratteristiche del territorio, che si trova sotto al livello del mare, e dall’esigenza di tutelare dal rischio allagamento le numerose abitazioni sorte nel corso dei decenni. A mettere in discussione tali interventi è stato a più ripresa il mondo ambientalista nella consapevolezza dell’importanza che i pantani hanno per gli uccelli che transitano da questi luoghi. Il quesito è semplice: prosciugare i pantani può danneggiare un ecosistema che per la comunità europea deve essere protetto?
Sulla carta, per rispondere e sciogliere il dubbio esiste una procedura – la valutazione d’incidenza ambientale (Vinca) – alla quale, come specifica il ministero della Transizione ecologica, «è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma, progetto, intervento o attività che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000». Tuttavia, per il raddoppio della pompa idrovora a Gelsari, la Vinca non è stata chiesta. La decisione è stata presa dallo stesso Consorzio di bonifica. «Considerata la tipologia dell’intervento di manutenzione, consistente nella pulitura di una vasca e sostituzione di una elettropompa in dei manufatti esistenti – si legge in una delle relazioni che accompagnano il progetto – si esclude la probabilità che l’attuazione dell’intervento possa produrre effetti significativi sull’ambiente e pertanto è da escludersi qualsiasi procedimento di verifica ambientale». Nello stesso documento si sottolinea che l’intervento riguarderà soltanto lo 0,0000138 per cento della superficie che fa parte del sito Natura 2000, riportando un calcolo errato: considerate le altre cifre del documento, infatti, si tratta dello 0,0138.
Numeri a parte, resta quella che sembra una deroga alla normativa. «In realtà si tratta del ripristino di macchine che erano già in dotazione dell’ente – spiega a MeridioNews Paolo Fisicaro, progettista del raddoppio della pompa e geometra del Consorzio – e che oltre un decennio fa sono state danneggiate da ladri e vandali. Inoltre – aggiunge Fisicaro – tutte le operazioni verranno effettuate dentro un immobile già esistente». A proposito degli impatti derivanti dalla pulizia della vasca di raccolta ricadente all’interno della Zps, in una relazione si legge: «Gli impatti potenziali potranno riguardare l’emissione di polveri, rumori e vibrazioni durante la fase di cantiere. Tale tipo di impatto è assolutamente trascurabile, in considerazione che l’intervento viene realizzato in aperta campagna, lontano da centri abitati o comunque da bersagli sensibili di alcun tipo».
Sulla mancata richiesta del parere di valutazione d’incidenza ambientale riguardo al progetto e all’attività di bonifica in generale, c’è anche una nota che nelle settimane scorse è partita dall’assessorato al Territorio, il ramo della Regione deputato alle valutazioni ambientali. Nel documento, che per conoscenza è stato spedito anche alle procure di Catania e Siracusa, viene esplicitato che, dopo una ricerca a ritroso nel tempo, «non si rinvengono istanze presentate per le attività di raccolta, sollevamento e scarico in mare delle acque dei pantani». Soltanto nel pantano Gelsari, l’impianto idrovoro si occupa di prosciugare circa duemila ettari di terreno. L’installazione della nuova pompa, secondo i piani del Consorzio di bonifica, da sola dovrebbe garantire il prelievo di 2250 litri d’acqua al secondo. MeridioNews ha provato a chiedere un commento al Consorzio di bonifica, in merito alla mancata Vinca sulle attività ordinarie di prosciugamento dei pantani, senza però ottenere risposte.