Il tribunale amministrativo si è pronunciato sulla richiesta di sospensiva avanzata dalla società che a luglio ha ricevuto il decreto di esito negativo della procedura. A dicembre del 2020 era stata Legambiente a scagliarsi contro la commissione di Angelini
Biogas Valle del Mela, Tar respinge ricorso di A2A Confermata tesi Cts: «Progetto è sovradimensionato»
La partita tra Regione e A2A si chiude con la sconfitta della società che avrebbe voluto realizzare un mega-impianto di biogas nella Valle del Mela. A decretare, a meno di ricorsi al Cga, la parola fine è stato il Tar di Palermo che con un’ordinanza ha respinto la richiesta di sospensione del decreto dell’assessorato al Territorio con cui, a luglio scorso, è stato notificato alla A2A l’esito negativo dell’istruttoria per la costruzione dell’impianto a San Filippo del Mela. Una decisione presa sulla scorta del parere reso a fine 2020 dalla commissione tecnico-specialistica della Regione, in cui si sottolineava che il progetto presentato era decisamente sovradimensionato rispetto al fabbisogno dell’ambito territoriale che avrebbe dovuto servire. La normativa, infatti, prevede che gli impianti di trattamento gestiscano i rifiuti prodotti nell’area di competenza e il territorio siciliano al momento è diviso in 18 zone, ognuna di esse gestita da una Srr.
«Il ricorso, a un primo sommario esame proprio della fase cautelare, non appare sorretto da sufficienti profili di fondatezza tali da farne ipotizzare un esito favorevole nel merito, atteso che – si legge nell’ordinanza del tribunale amministrativo – le ragioni ostative contenute nel provvedimento impugnato appaiono avere contenuto sostanziale e non meramente formalistico, come invece sostenuto dalla ricorrente». Nello specifico per il Tar la contestazione riguardante «la violazione dei principi di prossimità e autosufficienza» non può essere messa in discussione. Nell’ordinanza viene ripreso un passaggio del parere della commissione tecnica guidata da Aurelio Angelini. «Non appare sufficiente a superare la criticità rilevata nel parere istruttorio conclusivo l’affermazione secondo la quale la titolarità del flusso dei rifiuti “sarà la quota di mercato che l’impianto saprà conquistare una volta nelle condizioni di operare”. Deve ritenersi, infatti, che la violazione dei criteri di prossimità e autosufficienza, quand’anche in tesi derogabili – riverberino negativamente sugli impatti ambientali del progetto, ove si consideri che se si dovessero, per ipotesi, trattare i rifiuti di altri ambiti territoriali (o peggio di altre regioni), si sarebbe dovuto approfondire, nel corso della procedura espletata, la tematica dell’incremento di traffico conseguente alle centinaia di mezzi che ogni giorno dovrebbero attraversare la Sicilia intera».
Ad attaccare Angelini e la commissione era stato il presidente regionale di Legambiente Gianfranco Zanna. «Non vediamo l’ora di conoscere le motivazioni che hanno portato la commissione regionale Via-Vas a bocciare l’impianto. Si dice per ragioni legate all’impatto ambientale per una struttura da realizzare in una zona industriale. Davvero molto strano», aveva dichiarato Zanna in una nota. Per il presidente di Legambiente, quella della Regione sarebbe stata una decisione che sarebbe contraria agli interessi dei siciliani, trattandosi di un impianto di gestione di una frazione di rifiuti e destinato alla produzione di energia. Una bocciatura che di fatto avrebbe favorito i privati delle discariche.
A frenare l’ambizione di A2A sulla Valle del Mela – dopo la bocciatura del termovalorizzatore da parte del Consiglio dei ministri – era poi il mancato inserimento del privato nel piano d’ambito della Srr Messina Metropolitana. L’ente, peraltro, sul fronte del trattamento dell’organico aveva già annunciato la volontà di realizzare due impianti pubblici, uno a Monforte San Giorgio e l’altro a Mili. Un proposito che era stato messo in discussione sempre da Zanna, il quale aveva sottolineato come le tempistiche del pubblico siamo spesso incompatibili con le esigenze dei territori. «A noi sinceramente interessa poco se gli impianti per il trattamento dei rifiuti siano fatti dal pubblico o dai privati, basta che si facciano», aveva dichiarato il presidente regionale di Legambiente a MeridioNews. Una tesi da cui avevano preso le distanze parecchie altre realtà ambientaliste attive nell’isola e che ora, indirettamente, non ha trovato condivisione neanche sul tavolo della giustizia amministrativa.