Girgenti Acque, tra indagati anche Miccichè e Scoma Nel mirino dei pm «contributi elettorali e spese viaggi»

Ci sono anche die nomi eccellenti tra gli 84 indagati nell’ambito dell’inchiesta su Girgenti Acque che all’alba di oggi ha portato all’arresto di otto persone, tra cui l’ex patron della società Marco Campione. Tra gli indagati spicca il nome di Gianfranco Miccichè, a cui viene contestata l’ipotesi di reato di violazione della legge sui finanziamenti elettorali da parte di enti pubblici e società

Secondo la procura di Agrigento Miccichè, che attualmente riveste il ruolo di commissario di Forza Italia in Sicilia e di presidente dell’Assemblea regionale siciliana, avrebbe ricevuto da Campione «contributi elettorali, spese di viaggi e soggiorni in violazione a quanto previsto legge n. 195/1974». Tra gli indagati compare anche l’ex forzista, oggi parlamentare nazionale di Italia Viva, Francesco Scoma, accusato per lo stesso reato. Le elezioni sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine sono le Regionali 2017 e Scoma è indagato nella qualità di mandatario elettorale di Miccichè. I contributi ammontano a più di 33mila euro. Tra i politici è indagato anche l’ex consigliere comunale ad Agrigento Gerlando Gibilaro «che metteva a disposizione il proprio ruolo per facilitare la predisposizione di progetti di lavori pubblici da fare eseguire a Girgenti» in cambio dell’assunzione di una persona a lui vicina.

Nell’elenco degli indagati, inserito nelle 1500 pagine del provvedimento di fermo, anche Giovanni Pitruzzella e Nicola Diomede. Il primo nelle vesti di presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) «si impegnava a compiere atti contrari ai doveri d’ufficio in favore della Girgenti, e in particolare difendeva gli interessi della società davanti l’autorità per l’energia elettrica, il gas e il servizio idrico», si legge nei documenti. Pitruzzella avrebbe anche promesso «a Campione di dargli una mano ad acquisire informazioni utili sulla vendita di quote di SiciliAcque, società che gestisce le grandi condotte, le dighe e i potabilizzatori nella Regione Sicilia». L’indagato si sarebbe impegnato, secondo i pm, «ad acquisire informazioni su una gara per le gestione del servizio idrico in provincia di Palermo, anche attraverso persone vicine al sindaco Leoluca Orlando».

Diomede, ex prefetto ad Agrigento, è finito sotto la lente d’ingrandimento della procura per l’ipotesi di concorso in associazione a delinquere. Per i pm «forte del suo ruolo di prefetto, emetteva l’informativa liberatoria antimafia valutando in maniera non corretta gli elementi riportati nei documenti istruttori che invece erano indicativi del pericolo di infiltrazione mafiosa». L’imprenditore al vertice di Girgenti Acque avrebbe, secondo le accuse, beneficato anche dei favori del maresciallo dei carabinieri della stazione di Realmonte, Roberto Violante, in cambio dell’assunzione della moglie. Ai carabinieri appartengono anche altri tre indagati: Leonardo Di Mauro e Rino Vella, in servizio ad Aragona, e Salvatore Aiola, brigadiere al nucleo radiomobile della compagnia di Agrigento. 


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