Denise Pipitone, l’autore della lettera non è più anonimo «La bambina piangeva e urlava in auto con tre persone»

L’autore della lettera anonima spedita giorni fa all’avvocato della famiglia di Denise Pipitone, la bambina di quattro anni scomparsa da Mazara del Vallo (Trapani) nel 2004, ha un nome e un volto. Il penalista Giacomo Frazzitta, che assiste la madre Piera Maggio, aveva lanciato un appello all’autore della missiva perché si facesse vivo. I due si sarebbero incontrati nello studio del legale e l’uomo avrebbe raccontato di aver visto Denise in macchina con tre persone il giorno della scomparsa. Non nel punto in cui la bambina sarebbe stata rapita, ma lungo il percorso. L’uomo avrebbe anche raccontato al legale di essersi affiancato all’auto e di avere visto Denise che piangeva e urlava dal finestrino chiedendo aiuto e chiamando la mamma. Il silenzio mantenuto per 17 anni lo avrebbe giustificato con la paura di ritorsioni. 

Il suo racconto, adesso, verrà anche vagliato dalla procura di Marsala che, di recente, è tornata a indagare dopo le parole della ex pm Maria Angioni che aveva dichiarato di avere avuto il sospetto di fughe di notizie sull’inchiesta. In particolare, che le persone intercettate sapessero che i loro telefoni erano sotto controllo. Il riferimento è al rapporto tra Stefania Letterato, l’allora fidanzata (oggi moglie) del dirigente del commissariato di polizia Antonio Sfameni e Anna Corona, l’ex moglie del padre biologico di Denise e madre di Jessica Pulizzi, imputata poi assolta dall’accusa di avere sottratto la bambina e di averla ceduta ad altri. I riflettori si sono riaccesi proprio su Corona e anche su Giuseppe Della Chiave, il nipote di Battista Della Chiave, il presunto testimone oculare sordo ormai deceduto che aveva rivelato di avere visto la bambina in un capannone di Mazara del Vallo in braccio al parente intento a fare una telefonata.

In seguito alle novità sul foglio delle presenze dell’hotel Ruggero II di Mazara del Vallo dove Corona lavorava 17 anni fa, l’avvocato Frazzitta ha affidato una perizia grafologica alla consulente grafologa forense Sara Cordella di Venezia per accertare la paternità della firma su quel registro delle presenze. La donna ha sempre sostenuto che nel momento della scomparsa di Denise era al lavoro. L’ipotesi degli inquirenti, invece, è stata che Corona fosse andata via prima del previsto; anche sulla base delle testimonianze di altri dipendenti che hanno riferito di averla vista solo fino alla fine della pausa pranzo, intorno a mezzogiorno. La collega di lavoro Francesca Adamo, però, ha confermato di avere scritto lei l’orario d’uscita (15.30) sul foglio. La donna è, inoltre, la sola collega ad avere confermato la visita che Jessica e Alice Pulizzi avrebbero fatto alla madre quel giorno sul posto di lavoro. Sulla scomparsa della bambina, nei giorni scorsi, è stata presentata una proposta di legge per istituire una commissione d’inchiesta per «esaminare l’efficacia dell’attività investigativa, valutando se vi siano state inadempienze o ritardi nello svolgimento delle indagini», hanno spiegato i deputati del Pd promotori dell’iniziativa, Carmelo Miceli e Alessia Morani.


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