In uno studio il futuro della canapa industriale in Sicilia Esperto: «Rotazione delle colture senza usare pesticidi»

Un mezzo alternativo: naturale, biodegradabile e, quindi, ecosostenibile. Da qualche anno, in Europa, la canapa è stata introdotta sul mercato per fini industriali in vari settori: dall’edilizia fino ai cosmetici. Tra le sue diverse proprietà, la canapa può essere una vera e propria risorsa, sia sul fronte economico che su quello energetico. Non meno importante si è rivelato l’uso in campo agricolo con la coltura della pianta che, oltre a favorire la biodiversità, può essere anche un beneficio per i terreni. In Sicilia, la multinazionale ragusana Canapar, l’università di Catania e il Centro nazionale delle Ricerche, insieme a sei aziende agricole della parte sudorientale dell’Isola, hanno realizzato il progetto Multicanapa, finanziato con i fondi del programma di sviluppo rurale 2014-2020. L’obiettivo è quello di incentivare l’utilizzo della canapa a livello industriale e individuare le migliori varietà che si adattano alle condizioni climatiche e del suolo siciliano.

Quella oggetto di studio e semina sarà la canapa sativa L., con un Thc (tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0,2 per cento, le cui varietà delle specie sono riconosciute dal catalogo comune stilato dal governo nel 2002. La coltivazione di questa tipologia è disciplinata dalla legge 242 del 2016, che prevede l’utilizzo della canapa per la produzione di fibre destinate alla creazione di tessuti, materiali per la bioedilizia; passando dai cosmetici, alla bonifica dei terreni fino all’uso alimentare con sementi certificate. 

All’interno del progetto Multicanapa si è formato il gruppo Canapa Sicilia. L’iniziativa è già stata avviata da due mesi e avrà una durata di tre anni in tutto. All’interno del programma di studio c’è Salvatore Luciano Cosentino, docente del dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell’università di Catania. Da più di dieci anni il professore si occupa di analizzare le proprietà della canapa e il suo riutilizzo. «Con il progetto Multicanapa abbiamo l’obiettivo di sperimentare nuove modalità di coltivazione, raccolta ed epoca di semina – spiega il docente a MeridioNews – Tutto sulla base dei risultati ottenuti con le ricerche svolte in questi anni. Attualmente la canapa può essere usata come materiale alternativo per tessuti e nel mondo dell’edilizia, perché è un materiale ecologico e resistente».

Uno dei metodi utilizzati sarà la rotazione delle colture, alternando la coltivazione della canapa alle leguminose. «Tratteremo le piante con oli naturali, evitando il più possibile l’uso dei pesticidi – aggiunge Cosentino – Grande attenzione sarà data alla produzione di semi, perché all’interno è presente un olio con importante rapporto omega tre e omega sei». Individuare le migliori qualità capaci di garantire linfa al terreno. «Studieremo sia le varietà monoiche, con infiorescenze femminili e maschili sulla stessa pianta, e le piante dioiche che presentano le infiorescenze su piante diverse – continua Cosentino – La prima varietà sembra essere molto resistente in ambienti dove c’è poca acqua». 

Un progetto ambizioso che, oltre a incentivare le tecniche agricole, potrebbe sdoganare gli altri usi della pianta. Negli altri Paesi l’essenza viene utilizzata ai fini terapeutici, possibilità che in Italia è legale dal 2007 ma senza una regolamentazione nazionale unica. «La canapa riceve grande attenzione perché ha tanti usi alternativi – conclude Cosentino – Sotto il punto di vista medico gli studi sono ancora in corso. Così, questo progetto sarà un modo per fornire più informazioni sui benefici della canapa». E se da un lato ci sono piani ambiziosi come Multicanapa, fuori da questo ambito – pensiamo al commercio della cannabis light – molti commercianti lamentano ancora l’assenza di una regolamentazione chiara per la vendita.


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