Vaccini, Razza soddisfatto delle prime 40mila prenotazioni Ma utenti e medici criticano la piattaforma di Poste italiane

«Il numero chiamato è irraggiungibile». Un messaggio che a molti siciliani è risultato di difficile comprensione facendoli desistere, almeno per il momento, dal tentativo di prenotare il vaccino anti-Covid. Il primo bilancio per la campagna rivolta agli over 80, che ha visto la Sicilia apripista tra le regioni che hanno scelto di appoggiarsi alla piattaforma informatica messa a disposizione da Poste Italiane, non può essere di certo definito un flop ma sicuramente non tutto è andato per il verso giusto. «Sono oltre 40mila gli over 80 che dall’agenda hanno potuto prenotare il proprio vaccino, un risultato che fa ben sperare», ha detto ieri sera l’assessore regionale Ruggero Razza

Stando ai dati forniti dalla Regione, il numero delle persone che hanno manifestato la volontà di ricevere la prima dose, scegliendo la data e l’ospedale proposto dal sistema, tramite la piattaforma prenotazioni.vaccinicovid.gov.it sono state il 97 per cento del totale. La rimanenza – circa 1200 utenti – hanno concordato l’appuntamento tramite il numero verde. Ma è proprio quest’ultimo ad avere creato più problemi. «Ho provato diverse volte, ma la voce automatica mi diceva che il numero non era raggiungibile e addirittura in un caso che il mio telefono non era abilitato», racconta a un uomo che avrebbe voluto prenotare la dose per un familiare. In effetti anche i tentativi fatti da MeridioNews nell’arco della giornata di ieri hanno dato lo stesso esito, mentre soltanto dopo le 18 – ovvero quando la finestra giornaliera utile per effettuare la prenotazione si era chiusa – la voce registrata informava della possibilità di utilizzare la piattaforma informatica o, in alternativa, attendere l’indomani. «Il call center forse ha bisogno di essere rafforzato», ha chiosato Razza, poco dopo avere fatto comunque i complimenti al team di Poste Italiane.

«Anche io ho ricevuto segnalazioni di problemi con il numero verde, ma a quanto pare qualcosa da sistemare potrebbe esserci anche con la piattaforma». A parlare è Domenico Grimaldi, segretario provinciale della Fimmg, la federazione italiana dei medici di famiglia. ll riferimento va a un problema tecnico che sarebbe emerso in chi ha tentato di registrarsi sul portale utilizzando una tessera sanitaria rinnovata dopo essersi accorto che quella di cui si era in possesso era già scaduta. «Purtroppo, specialmente tra gli anziani, capita di accorgersene soltanto al momento in cui lo si deve utilizzare – spiega Grimaldi – Mi è stato riferito di un soggetto che, in attesa di ricevere la tessera fisica, aveva avuto le credenziali dall’Agenzia delle entrate ma il sistema non le ha accettate, forse perché già aveva incamerato i dati della tessera scaduta». 

Dei medici di base si è tornato a parlare di recente per il possibile coinvolgimento nelle attività di vaccinazione, in modo da consentire di aumentare la capacità di somministrazione quotidiana. «Fronteggiare il Covid battendolo sul tempo è fondamentale, i vaccini di Pfizer e Moderna hanno dimostrato di resistere alle attuali varianti, ma i virus per loro natura sono propensi a mutare e quindi bisogna riuscire a vaccinare il maggior numero di persone nel più tempo più breve possibile – va avanti il segretario provinciale di Fimmg -. Da parte dei dottori di famiglia la disponibilità a un coinvolgimento c’è, ma va chiarito che non è pensabile che i vaccini vengano fatti negli studi medici». I motivi sono più di uno. «Oltre a non poter garantire la catena del freddo, c’è un problema logistico – continua Grimaldi – Questo tipo di vaccinazione richiede la collaborazione di più figure. Per questo bisognerebbe mettere a disposizione più strutture pubbliche e dedicarle a punti di somministrazione».

Tornando alla piattaforma di Poste Italiane, qualche critica arriva anche da chi sta dalla parte opposta dell’utenza. Tra i medici chiamati a registrare le vaccinazioni ce n’è più di uno che lamenta qualche problema. «Dal principio ogni giorno siamo costretti a fronteggiare una serie di situazioni che credo potevano essere evitate – dichiara a MeridioNews una dipendente di un’azienda sanitaria siciliana – La piattaforma non ci dà la possibilità di sapere a fine giornata quanti dosi sono state somministrate, mentre anche al momento del richiamo chiede di approvare il consenso al trattamento dei dati nonostante quegli stessi dati siano stati già caricati e dunque autorizzati in occasione della prima dose». Tra gli intoppi che presi singolarmente non creerebbero particolari problemi, ma che moltiplicati per centinaia di pratiche al giorno causano rallentamenti ce ne sarebbe anche uno che, in via teorica, potrebbe anche avere conseguenze spiacevoli. «Sembra assurdo ma non siamo messi nella condizione di verificare i dati inseriti nella scheda personale dell’utente – rivela la dipendente -. Per esempio se si commette un errore nell’inserimento del codice fiscale non abbiamo la possibilità di accorgercene. Cosa comporta? È raro, ma se sbagliando inserissi un codice fiscale di un’altra persona, quest’ultima risulterebbe già vaccinata».


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