Il presidente del Consiglio dei ministri, a partire dalle 12, ha illustrato il nuovo provvedimento per contenere la diffusione del virus. Non ci sarà un lockdown generale si procederà in base alla criticità dei singoli territori. Si agirà tenendo conto di tre fasce
Verso il nuovo Dpcm, Conte riferisce alla Camera «Coprifuoco serale e misure per Regioni a rischio»
«Decisioni veloci a fronte di una preoccupante evoluzione del quadro epidemiologico». Sono le parole con cui il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, apre le comunicazioni alla Camera dei deputati sulla situazione dei contagi in Italia. Alle porte c’è un nuovo Dpcm in cui si preconfigurano misure più stringenti. «La pandemia corre in tutta Europa, costringendo ciascun Paese ad adottare misure progressivamente più restrittive. Il nostro continente è l’area più colpita da questa seconda ondata. Anche in Italia la situazione è in peggioramento», spiega Conte.
«Tuttavia abbiamo meno della metà dei contagi di Francia e Spagna – continua Conte – A ieri, domenica 1 novembre, in Italia avevamo 378mila contagiati, il 94 per cento in isolamento domiciliare. Mentre durante la prima ondata in casa si curava solo il 51,8 dei malati». Proprio la pressione sugli ospedali sarebbe uno dei punti chiave che potrebbe portare a una nuova stretta. «Il 65 per cento dei malati è asintomatico. A ieri 1939 persone ricoverate a fronte del 21 per cento dei posti letto occupati». Rispetto all’inizio dell’emergenza, secondo i dati del Governo, sarebbero stati distribuiti più di tremila ventilatori polmonari. Poco meno di duemila dovrebbero essere quelli ancora disponibili. «L’aumento dei contagi è anche il risultato di una crescita dello screening con punte di 215 tamponi al giorni, mentre a marzo erano otto volte di meno. A oggi abbiamo controllato dieci milioni di cittadini».
A precedere l’appuntamento alla Camera dei deputati due giorni di confronti tra l’esecutivo e gli Enti locali. «Non subiamo una pressione insostenibile nei reparti di Terapia intensiva, diverso per le sub-intensive e per le aree mediche in generale», continua il presidente del Consiglio. Una boccata d’ossigeno su questo fronte potrebbe arrivare con la possibilità di somministrare i test rapidi a domicilio. L’obiettivo è quello di arrivare fino a 300mila test quotidiani. «In pochi giorni potrebbero disporre anche di medici e infermieri militari, pure con quattro strutture da campo».
«Nonostante gli sforzi, in riferimento ai dati sui contagi degli ultimi giorni, il quadro risulta molto preoccupante – sottolinea il presidente del Consiglio – Alcune Regioni sono a rischio per la tenuta dei servizi sanitari, ci avviamo allo scenario numero quattro. Undici Regione sono a rischio elevato con una trasmissione del virus non controllata». Il quadro attuale, secondo Conte, non tiene però conto del Dpcm del 24 ottobre e delle conseguenze delle nuove misure sulla curva del contagio. Effetti che dovrebbero essere positivi ma che potrebbero emergere soltanto dopo due settimane. Di conseguenza «alla luce del report di venerdì scorso siamo costretti a intervenire con ulteriori misure, modulate in base alle criticità rilevate nei territori».
«Interverremo a più riprese e in maniera graduale con restrizioni e allentamenti grazie a un sistema di monitoraggio più sofisticato e preciso – continua Conte – Individueremo tre aree con altrettanti scenari di rischio. Sarà il ministero della Salute, con apposita ordinanza, a stabilire i passaggi di fascia di ogni singola Regione. Per l’intero territorio nazionale useremo solo alcune e specifiche misure per rafforzare il piano di contenimento. «Chiuderemo nei fine settimana e nei festivi i centri commerciali. Intendiamo chiudere i corner per scommesse e videogiochi, chiuderanno musei e mostre». Limiti agli spostamenti per le Regioni a elevato rischio. Limiti alla circolazione nella fascia serale tranne per comprovate esigenze». Tra le misure valide per tutta Italia anche la didattica a distanza per tutte le scuole superiori.