Luigi Genovese, insieme a Totò Lentini, Luisa Lantieri e Daniela Ternullo, mirano all'area moderata. Per affermare ancora di più la propria autorevolezza dentro l'attuale Ars. Dietro le quinte resta l'ex parlamentare nazionale di Pd e Forza Italia
Ora Sicilia si fa partito grazie ai consigli di papà Genovese «Puntiamo alle prossime Regionali, per ora con Musumeci»
Dalla deroga per diventare un gruppo parlamentare alla fondazione del partito, con obiettivi di breve e medio termine. Per quelli di lungo invece meglio non sbilanciarsi, considerati i repentini mutamenti della politica siciliana e il fatto di avere addosso l’etichetta di trasformisti. Ora Sicilia al Centro – l’upgrade di quello che per un anno è stato Ora Sicilia – parte da qui. Ad animarlo sono Luigi Genovese, Luisa Lantieri, Totò Lentini e Daniela Ternullo, mentre ai box restano Pippo Gennuso e Tony Rizzotto, entrambi alle prese con grane giudiziarie che hanno compromesso la loro permanenza a palazzo dei Normanni.
La collocazione politica è una logica conseguenza, oltre che del nome, dei trascorsi politici degli esponenti. «Saremo una formazione che guarderà al centro – commenta a MeridioNews Luigi Genovese – L’idea di fare un partito c’era già da tempo, adesso vogliamo diventare un punto di riferimento per l’area moderata, con la volontà di interloquire con chi si dimostrerà sensibile ai temi a noi cari». Anche se mancano quasi due anni e mezzo lo sguardo è rivolto alle prossime elezioni regionali, i cui scenari, com’è normale che sia, sono ancora tutti da definire. «L’auspicio è quello di arrivarci pronti, con un radicamento nel territorio in modo da presentare una lista in tutte le province – continua Genovese -. Le idee comunque ce le abbiamo chiare e non ne abbiamo fatto mistero già ieri». Il riferimento è alla discussione della mozione di sfiducia al presidente della Regione Nello Musumeci, presentata dal Movimento 5 stelle e bocciata dalla maggioranza dell’Ars.
Nel proprio intervento, Genovese ha promosso l’attuale governo – «non c’è paragone con il precedente» – e criticato i cinquestelle, accusandoli di non avere credibilità politica: «Passi avanti in questi due anni ne sono stati fatti e importanti, a partire dalla volontà di sistemare alla base della macchina burocratica regionale». Che in merito alle dure parole rivolte da Musumeci ai funzionari, alcuni dei quali si comporterebbero da «veri criminali». «Io dico che come in tutti i contesti lavorativi c’è chi si impegna a fondo e chi sembra allergico a compiere il proprio dovere», si smarca Genovese. Mentre più netta è la valutazione del peso specifico di Ora Sicilia al Centro dentro l’attuale maggioranza. «Abbiamo quattro deputati e un’autorevolezza che Musumeci ci riconosce. Assessorati? Non siamo alla ricerca di poltrone ma sono convinto che se si creassero le condizioni per un rimpasto il presidente terrà conto anche di noi».
Chiedersi quanto durerà il nuovo partito è una di quelle domande che risultano legittime, se si guarda ai trascorsi dei suoi esponenti. Da Genovese che – sulle orme del padre Francantonio – è passato dal Pd a Forza Italia a Lantieri che, dopo aver far parte dei dem in era crocettiana, in questa legislatura è passata nel centro destra, per poi arrivare al caso di Totò Lentini, che in un anno ha vestito le casacche di Forza Italia e Fratelli d’Italia, prima di passare a Ora. «L’epoca in cui viviamo è diversa dal passato e la tecnologia condiziona anche la politica – è la riflessione di Genovese -. I social hanno reso il consenso liquido, alimentando allo stesso tempo il rapporto diretto tra elettore ed eletto, senza passare dal partito». Proprio nei giorni scorsi, il tema è stato al centro di acceso botta e risposta tra il senatore leghista Stefano Candiani e Marianna Caronia, la deputata palermitana che ha salutato il Carroccio. «Candiani ha usato parole fuori luogo, con allusioni non accettabili», commenta Genovese in merito alle accuse rivolte dal luogotenente di Salvini in Sicilia a Caronia, in merito agli eccessivi riferimenti al proprio elettorato.
«Non tutto deve per forza essere letto in ottica clientelare», è la tesi del giovane deputato messinese, che in questi due anni e mezzo ha fatto i conti con la tara dell’essere arrivato all’Ars grazie ai voti del padre. Su cui pesa una condanna in secondo grado per lo scandalo formazione, inchiesta in cui la questione della costruzione clientelare del consenso è chiaramente ritratta dai magistrati. «Io credo che le cose stiano diversamente e confido nel fatto che lo si possa ancora dimostrare – replica Genovese -. Sulla questione clientelismo, posso dire che a distanza di molti anni da che il caso formazione è stato chiuso il consenso attorno a mio padre non è per nulla diminuito». Il futuro di Ora Sicilia al Centro passerà in qualche modo ancora da Francantonio. «Mio padre è il mio primo sostenitore e consigliere, con lui mi confronto su tutto, poi è chiaro che – assicura il giovane deputato – alla fine decido con la mia testa».