Vitalba Azzollini boccia l'ultima iniziativa del sindaco messinese, che ha annunciato che impedirà lo sbarco a chi non sarà autorizzato preventivamente. Una valutazione affonda le ragioni nell'ultimo Dpcm
L’ordinanza di De Luca è vietata dal decreto Conte Giurista: «Il sindaco si arroga poteri che non ha»
«In un momento come questo, il protagonismo delle autorità locali è l’ultima cosa di cui si ha bisogno». La stroncatura per Cateno De Luca è netta. Ma ancor prima che dal punto di vista dell’opportunità, l’annunciata chiusura dello Stretto di Messina a chi non sarà autorizzato preventivamente allo sbarco va valutata giuridicamente. «Ma è proprio da qui si capisce che si tratta soltanto di una boutade destinata a scontrarsi con le norme attualmente in vigore». A parlare a MeridioNews è la nota giurista Vitalba Azzollini.
La nuova ordinanza annunciata dal primo cittadino messinese dovrebbe entrare in vigore domani. Prevede che chiunque voglia traghettare dalla Calabria verso la Sicilia chieda il permesso online, registrandosi su Si viaggia a condizione. Il sito web, che nel momento in cui si scrive è ancora irraggiungibile, dovrebbe vagliare le istanze di tutti. Compresi quei cittadini che per lavoro – e dunque per motivi che rientrano tra quelli previsti dall’ultimo decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte – fanno la spola da una parte all’altra dello Stretto. «Basta agli sbarchi indiscriminati», ha detto De Luca, accompagnando la promessa a un eloquente «me ne frego» rivolto alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese e al presidente della Regione Nello Musumeci.
«Il Dpcm del 25 marzo è esplicito nel dire che i sindaci non possono adottare ordinanze contingibili e urgenti in contrasto con le misure statali – commenta Azzollini – e quel decreto è stato ideato anche per contenere questa iper-produzione normativa da parte delle Regioni e dei Comuni. Ma mentre alle prime lascia la possibilità di intervenire con ordinanze che restano vigenti nelle more del prossimo Dpcm, ai sindaci – sottolinea la giurista – è espressamente vietato prendere iniziative individuali».
A nulla dovrebbero dunque servire le rimostranze che De Luca in queste settimane non ha esitato rivolgere tanto al Viminale quanto a Musumeci. Dal primo è stato anche denunciato e adesso rischia un processo per vilipendio. Nel mirino del sindaco c’è la presunta inadeguatezza dei controlli agli imbarcaderi, accuse che lo hanno portato prima a occupare simbolicamente il porto di Messina, poi a vestire i panni del poliziotto buono nel momento in cui oltre un centinaio di siciliani è stato bloccato a Villa San Giovanni dalla polizia ferroviaria, e infine, ieri, a tornare a puntare il dito contro l’arrivo di un giovane in camper. Scambiato per belga, ma in realtà di San Gregorio di Catania. «Le valutazioni personali del primo cittadino non bastano per intervenire in maniera restrittiva ai già onerosi limiti alla libertà di circolazione imposti dal governo nazionale – spiega Azzollini – Il sindaco può dare istruzioni operative per attuare ciò che prevede il Dpcm. E il decreto non prevede che ci siano controlli preventivi per il passaggio da una regione all’altra».
In altre parole, con l’ordinanza De Luca non solo si sostituisce all’attività delle forze dell’ordine, a cui è stato dato il compito di controllare il rispetto delle norme introdotte per contenere la diffusione del Covid-19, ma è andato oltre. «Un nulla osta è un atto amministrativo che non equivale al controllo di polizia. Il sindaco si arroga poteri che non gli spettano», aggiunge Azzollini. Che poi, alla domanda su cosa ne sarà dell’ordinanza firmata da De Luca, chiosa: «Può essere annullata dal prefetto». E non si tratterebbe di una prima volta.