Coronavirus, i numeri aggiornati del contagio in Sicilia Medici positivi: dal prof endocrinologo al caso Sciacca

Quindici contagi in più rispetto a ieri. In Sicilia, così, i casi positivi al coronavirus arrivano a 130. Nelle ultime ore, quindi, l’aumento è stato un po’ più contenuto (ieri si erano registrati 32 nuovi casi). Quelli in terapia intensiva sono sette (ieri erano cinque), mentre in totale sono 44 i ricoverati (dieci a Palermo, 15 a Catania, sei a Messina, uno a Caltanissetta, quattro ad Agrigento, due a Enna, due a Siracusa e quattro a Trapani).

La crescita più sostanziosa si registra ancora una volta a Catania: i nuovi otto contagi portano a 57 il totale dei positivi ai piedi dell’Etna. Ma a preoccupare è anche la situazione di Sciacca, dove il cluster legato all’ospedale si allarga arrivando a 17 casi (sui 18 complessivi della provincia di Agrigento).

Stando ai dati forniti dalla Regione Siciliana, i contagi sono così distribuiti per provincia: Catania 57 (+8 rispetto al bollettino di ieri); Palermo 28 (+2); Agrigento 18 (+1); Messina 9; Siracusa, 8 (+3); Trapani 4; Caltanissetta 2; Enna 2 (+1); Ragusa 2. A Corleone, in particolare, c’è il primo caso di neonato risultato positivo. Adesso è a casa col papà e sta bene, mentre la mamma, pure lei positiva, è ricoverata all’ospedale Civico di Palermo. Dall’inizio dei controlli, i tamponi negativi analizzati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 1.496. I guariti sono due, così come i deceduti: un 80enne di Sortino e un tecnico di laboratorio 58enne di Caltanissetta.

CATANIA
Degli otto nuovi contagi catanesi, alcuni riguardano il cluster dell’Azienda sanitaria provinciale. Ieri erano quattro i positivi dell’Asp, tre lavorano alla segreteria della direzione generale, più un dirigente medico. A questi se ne aggiungerebbero almeno altri due. Ma ai piedi dell’Etna preoccupa adesso anche il contagio di un medico endocrinologo ricoverato all’ospedale Garibaldi-Nesima. Il navigato specialista lavora proprio nell’azienda ospedaliera Garibaldi oltre che privatamente. E avrebbe continuato ad avere contatti con suoi pazienti fino a pochissimo tempo prima del suo ricovero. 

Le autorità sanitarie responsabili hanno già un lungo elenco di persone entrate in contatto con lui, anche quando erano comparsi i primi sintomi, da chiamare per sottoporle a tampone. A partire da stamattina, ha cominciato a girare tramite i social network un messaggio che riporta nome e cognome dello specialista assieme all’informazione, falsa, che si trovi in gravi condizioni di salute. «La direzione strategica dell’Arnas Garibaldi ribadisce che nessun paziente affetto da Covid 19 risulta attualmente in gravi condizioni. La diffusione di notizie di questo genere oltre a essere gravemente lesiva della privacy di ogni cittadino, crea un inutile allarmismo nella popolazione. Si invita, quindi, a non inoltrarle o condividerle in alcun modo».

SCIACCA
Situazione delicata anche a Sciacca, in provincia di Agrigento. Qui il contagio era partito da una dottoressa in servizio nel reparto di Medicina, positiva dopo essere stata in Lombardia da parenti. Ieri sera è arrivata la notizia di cinque nuovi casi, di cui quattro sono operatori sanitari dell’ospedale. Il totale dei contagiati arriva così a 17 (di cui tre ricoverati: uno a Caltanissetta, uno a Enna e uno a Sciacca). Si tratta in gran parte di medici, infermieri e ausiliari. La novità è che i nuovi casi non riguardano il reparto di Medicina, ma quelli di Urologia e Anestesia e rianimazione. Non solo. «I quattro operatori sanitari positivi erano regolarmente in servizio fino a ieri mattina», precisa a MeridioNews la sindaca di Sciacca Francesca Valenti. I tamponi sono quindi stati ulteriormente estesi.

Quello che sembra certo è che, dunque, dopo essere stati sottoposti a tampone precauzionale, i quattro operatori non hanno atteso l’esito in isolamento a casa ma hanno continuato a lavorare. «A quanto mi risulta – continua la prima cittadina – nessun reparto dell’ospedale è stato chiuso. Tutti continuano a funzionare. In un primo momento sono stati effettuati i tamponi al personale dei reparti dove aveva lavorato la dottoressa risultata positiva. Dopo qualche giorno hanno deciso di allargare i controlli anche ad altri reparti, a prescindere dai sintomi (i nuovi positivi sono tutti asintomatici, ndr) e da eventuali contatti acclarati». In totale sono stati effettuati 119 tamponi a partire dal primo contagio. L’ospedale di Sciacca serve un comprensorio molto vasto che va dai paesi del Belice a quelli dei Monti Sicani. L’eventuale chiusura sarebbe un dramma per migliaia di persone, vista la mancanza di alternative. La struttura ha otto posti di terapia intensiva, al momento tutti occupati da pazienti che non hanno il Covid-19. «Sono stati autorizzati altri quattro posti e dovremmo arrivare a dodici – sottolinea Valenti – anche con tende di contenimento, posti a pressione negativa all’interno del reparto con ventilatori polmonari adeguati». 

«L’aumento dei casi – conclude la sindaca – era previsto, così come dobbiamo aspettarci nuovi contagi anche nelle prossime settimane. Saranno giorni difficili da affrontare, ma ho avuto rassicurazioni dal direttore generale dell’Asp, dal prefetto e dall’assessore regionale alla Salute che si stanno mettendo in campo tutte le forze possibili». 

AUGUSTA
Un altro ospedale vive da ore col fiato sospeso: è quello di Augusta, da dove è transitato l’80enne di Sortino colpito da Coronavirus, poi morto a Caltagirone. Ieri mattina è stato eseguito il tampone su una cinquantina di operatori sanitari e di pazienti, rimasti dentro l’ospedale per precauzione. Oggi è arrivata una parte dei risultati e finora tutti i casi sono negativi. Alcuni dipendenti del reparto di Medicina (dove era stato ricoverato l’anziano deceduto) sono stati rimandati a casa e dovranno rimanere ancora qualche giorno in isolamento domiciliare, in attesa di un secondo tampone. Tra loro c’è anche la cardiologa che ha visitato un paziente che era stato a contatto con l’80enne al pronto soccorso. Si attendono gli altri test, prima di poter liberare definitivamente l’ospedale, effettuare la sanificazione e riportare tutto alla normalità. Bene che vada, non prima di martedì.


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