Il presidente Nello Musumeci fa il punto dopo una giornata intensissima, e i contagi di turisti a Palermo. «Ho chiesto controlli anche su treni e pullman», dice. E sullo stop alle lezioni degli atenei di Palermo e Messina: «Azioni non concertate e inappropriate»
Coronavirus, scuole chiuse solo a Palermo e provincia «Per Roma la Sicilia non è in emergenza, niente panico»
Per quanto si cerchi di tenerlo sotto controllo, il nervosismo nell’aria non manca. A fare il punto con la stampa sulle misure prese dalla Regione per la gestione di una eventuale emergenza da coronavirus (in Sicilia al momento non si parla di emergenza), è il governatore Nello Musumeci. Al suo fianco, l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, il capo della Protezione Civile Regionale, Calogero Foti. La tensione si stempera, l’annuncio atteso da questo pomeriggio arriva: scuole chiuse in tutto il Palermitano fino al prossimo 2 marzo. Le lezioni potranno riprendere, salvo nuovo ordine, martedì 3 marzo e la Regione non esclude di poter estere il provvedimento ad altre Province nei prossimi giorni.
«Nella mappa delle emergenze nazionali per il Coronavirus – tiene più volte a ribadire il governatore – la Sicilia non è considerata né zona rossa, né zona gialla. Al momento, secondo l’Unità di crisi nazionale, la Sicilia non è in emergenza». I casi di contagio rimangono tre, tutti a Palemo e appartenenti alla comitiva di turisti provenienti da Bergamo.
Certo, i controlli vanno fatti. Vanno, anzi, intensificati secondo il primo inquilino di palazzo d’Orleans, che non perde occasione per ribadire che quella dei controlli dei passeggeri in transito «è esclusiva competenza nazionale». Il governo Conte ha assicurato che i controlli vengono regolarmente effettuati? «La notizia – è il commento di Musumeci – non è del tutto vera. I controlli non sono stati a tappeto e non per tutti i voli. A parte gli aeroporti, c’è il problema di chi arriva con i treni, con i pullman di linea. Io credo di avere il diritto e il dovere di chiedere che la Sicilia non diventi la terra di approdo per chi sa di non trovare alcun controllo. Siamo regione di frontiera, pretendiamo che i controlli siano severi».
Nessuna indicazione sul fronte delle università. E a chi chiede se il governo abbia ricevuto comunicazioni dagli atenei di Catania ed Enna (quelli di Palermo e Messina hanno sospeso le lezioni e annunciato che gli esami si terranno a porte chiuse), Musumeci replica: «Sono state iniziative autonome, inappropriate e non concertate con le istituzioni».
Sia Orlando che Musumeci si soffermano a ringraziare pubblicamente Razza per il lavoro attento e scrupoloso di coordinamento di tutte le iniziative messe in campo in queste ore, mentre il governatore ribadisce che la Sicilia ha chiesto a Palazzo Chigi «di poter disporre di tutte le misure per le imprese che subiranno e hanno già subito grandi batoste, a cominciare dal settore del turismo. Il ministro per l’economia ci ha assicurato che le risposte arriveranno in pochi giorni».
Nessun’altra misura precauzionale legata ad attività pubbliche è stata presa al momento: né la chiusura di uffici pubblici, né l’inibizione di spazi chiusi o il divieto di grandi manifestazioni. «La vita continua – ha concluso Musumeci – dobbiamo essere prudenti, ma niente panico. Secondo le autorità nazionali, la Sicilia non è in condizioni di emergenza».