Nel capoluogo ibleo è comparso un cartellone dell'azienda Attrazione elettrica che ha scatenato la reazione di molti cittadini. La società lo difende e non intende ritirarlo ma il sindaco ha annunciato provvedimenti
Ragusa, pubblicità sessista per vendere scooter elettrici Valanga di commenti indignati, Comune diffida l’azienda
Un cartellone 6×3 e un post su Facebook con una donna seminuda, di schiena, a bordo di uno scooter e l’invito: «Vienimi dietro, sono elettrica». L’azienda Attrazione elettrica ha scelto questa pubblicità sessista per sponsorizzare la vendita di un nuovo scooter elettrico a Ragusa. Immagine che ovviamente ha scatenato una valanga di reazioni indignate e di accuse di sessismo e mercificazione della donna.
Anche il sindaco di Ragusa Peppe Cassì è intervenuto, annunciando provvedimenti: «In merito alla vicenda del manifesto pubblicitario di cattivo gusto esposto in città, vi informo che abbiamo già inviato una segnalazione all’Istituto di autodisciplina pubblicitaria affinché adotti tutti i provvedimenti di propria competenza. L’istituto ha infatti sottoscritto un codice di autodisciplina che consente di bloccare e far ritirare le campagne sessiste o offensive a un apposito organo giudicante, il giurì della pubblicità. Al tempo stesso stiamo procedendo con una diffida per l’agenzia pubblicitaria.
Essendo però convinto che l’obiettivo di chi ha predisposto il manifesto fosse proprio quella di creare clamore, eviterò di pubblicarlo e ogni ulteriore commento».
Dall’azienda – due punti vendita a Ragusa e Pozzallo – fanno sapere che non c’è intenzione al momento di ritirare la pubblicità, che farebbe parte di una strategia comunicativa più ampia e che in ogni caso non viene ritenuta un errore. Insieme ai legali, la società sta valutando quali iniziative intraprendere. Intanto la pagina Facebook dell’azienda è stata presa d’assalto da decine di utenti che lasciano commenti indignati: «Come mancare di rispetto alle donne e uccidere un buon prodotto con il sessismo. Dei geni sti pubblicitari», scrive Ornella. «Trovo che questo tipo di pubblicità sia un insulto all’intelligenza di eventuali acquirenti!», aggiunge Monica. Solo due degli oltre ottanta messaggi lasciati da donne e uomini.