Mafia, altro sequestro per imprenditore Nunzio Ruggieri Dagli affari della macellazione alla condanna per usura

Sequestro di beni per l’imprenditore Nunzio Ruggieri. A ordinarilo è stato il tribunale di Messina, su richiesta della Dda. La Dia sta mettendo i sigilli a una società riconducibile all’uomo già ritenuto legato alla mafia dei Nebrodi. Ruggieri, che opera nel settore della macellazione e della commercializzazione del pellame, nel 2005 è stato condannato per usura. L’imprenditore era già stato destinatario di misura cautelare patrimoniale per il valore complessivo di 9,5 milioni di euro.

Per i magistrati Ruggieri sarebbe stato vicino a esponenti di vertice del clan dei tortoriciani: da Santo Lenzo a Cesare Bontempo Scavo, fino a Carmelo Armenio. Secondo Lenzo, Ruggieri a fine anni Novanta chiese l’incendio dei mattatoi di Sinagra, Barcellona Pozzo di Gotto e Giammoro in cambio del pagamento di 50 milioni di lire. Il proposito però si bloccò di fronte al no della mafia barcellonese. 

Nel 2009, invece, Ruggieri è stato condannato in via definitiva per usura. L’inchiesta nacque dalla decisione di un dipendente di banca, che aveva causato un dissesto economico per 76 milioni di lire al proprio istituto di crediti, di rivolgersi a diversi soggetti, tra i quali proprio Ruggieri, per ottenere dei prestiti. Denaro che veniva concesso a tassi usurai.


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