La richiesta è arrivata durante l'udienza di ieri. Nel corso della requisitoria il pm Tommaso Pagano ha ripercorso la dinamica e sottolineato l'efferatezza del delitto. La parti civili hanno spinto per l'ergastolo. Il giovane viene giudicato con il rito abbreviato
Femminicidio Avola, chiesti trenta anni per Lanteri È accusato di avere ucciso l’ex suocera a coltellate
Trent’anni. È questa la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero Tommaso Pagano per il 20enne Giuseppe Lanteri accusato del femminicidio di Loredana Lopiano. L’infermiera 47enne è stata uccisa con cinque coltellate la mattina del 27 settembre dell’anno scorso sull’uscio di casa ad Avola, in provincia di Siracusa, dall’ex fidanzato di una delle due figlie. Il giovane,che ieri non era presente in aula a differenza delle udienze precedente, viene giudicato con il rito abbreviato.
Durante la requisitoria durata circa mezz’ora, il pm ha sottolineato l’efferatezza del delitto e ripercorso la dinamica: una prima coltellata all’addome, poi allo zigomo e al mento. Il colpo letale sarebbe stato quello inferto alla gola che ha reciso la carotide. L’ultima coltellata sarebbe stata sferrata alla nuca, dove la lama si è spezzata quando, ormai, la vittima era già deceduta. Per il giovane è stata esclusa l’aggravante della premeditazione. «L’arma utilizzata per compiere il delitto – spiega a MeridioNews il legale Antonino Campisi, che difende Lanteri – era in realtà il taglierino che il mio assistito portava nello zaino perché, frequentando l’istituto alberghiero, era uno strumento che utilizzava per intagliare la frutta e la verdura».
Nel corso dell’udienza si è svolta anche la discussione dei legali delle parti civili (familiari della vittima e il centro antiviolenza Doride di Avola). Dal loro punto di vista, la pena adeguata sarebbe stata quella dell’ergastolo. L’ipotesi avanzata è che, se la lama del coltello non fosse rimasta incastrata nel corpo dell’infermiera, Lanteri avrebbe potuto anche prendere di mira la sua ex fidanzata che in quel momento si trovava in casa. «Un’ipotesi da escludere – ribatte l’avvocato Campisi – anche perché, se avesse voluto farle del male, avrebbe potuto farlo in altro modo visto che i due erano rimasti soli. Invece Lanteri, in preda al panico, è scappato».
Adesso, prima dell’udienza del 25 novembre in cui potrebbe arrivare la sentenza (dopo eventuali repliche), la prossima data è stata fissata per il 4 novembre quando sarà la volta della difesa. «In quella occasione – conclude il legale – Lanteri potrebbe anche rendere delle spontanee dichiarazioni». Arrestato sul lungomare di Avola, dopo essersi reso irreperibile per diverse ore, Lanteri si è subito detto responsabe del delitto senza però chiarire il movente. Nei mesi scorsi, il suo legale ha presentato istanza per una perizia psichiatrica per valutare lo stato psichico del giovane e per accertare se nel momento in cui ha commesso il reato era in grado di comprendere ciò che faceva. Dalla consulenza della neuropsichiatra catanese Elettra Cultrera è emerso che il giovane «al momento dei fatti era parzialmente incapace di intendere e di volere». Al ragazzo è stata diagnosticata una epilessia di secondo grado post-traumatica.