Elezioni e gestione del partito: guerra in Forza Italia Esplode anche il caso Armao: «Non ci rappresenta»

Giuseppe Milazzo contro Giovanni La Via per un posto alle Europee. Ma soprattutto Gianfranco Miccichè contro il sindaco di Catania Salvo Pogliese per la gestione del partito in Sicilia. La battaglia dentro Forza Italia è totale. La prima fase si risolverà entro domani, la seconda rischia di protrarsi ancora a lungo, con scosse non proprio di assestamento successive alla doppia tornata elettorale di primavera. Nelle ultime ore si sono susseguiti sorpassi e controsorpassi nella lista degli azzurri per il parlamento europeo, senza contare i nomi alternativi messi in campo: dalla deputata siracusana Stefania Prestigiacomo all’ex segretaria generala della Regione Patrizia Monterosso, lanciata stamattina da La Sicilia e Gds. Ma il nome definitivo uscirà solo dall’incontro del tardo pomeriggio di oggi ad Arcore con Silvio Berlusconi.

«Qualsiasi notizia circa le candidature di Forza Italia in Sicilia per le Europee non ha alcun fondamento – ha detto Miccichè all’agenzia AdnKronosLe notizie che escono in queste ore non mi riguardano, sono solo giochi e ognuno dice la sua. Quindi è inutile avventurarsi in questo gioco. Se ci dovessero essere notizie ufficiali, le comunicherò io personalmente». Nell’incontro romano Antonio Tajani, la sponda di Pogliese, perorerà ancora la causa di La Via, mentre Miccichè ribadirà la bontà della soluzione Milazzo, sostenuto da un appello condiviso da tutta la deputazione regionale di Forza Italia e da gran parte di quella nazionale. 

Superato questo scoglio, rischia però di aprirsi un fronte ben più ampio: quello della leadership del partito in Sicilia. E non solo. Perché se dovesse prevalere la volontà di Miccichè, secondo alcuni «si supererebbe il livello di sopportazione» lasciando presupporre una clamorosa spaccatura del partito. Sarebbe già la seconda volta che, da punto di vista dell’area Pogliese, l’anima etnea di FI verrebbe penalizzata, visto che alle scorse Politiche non vennero inseriti catanesi in posizioni utili in lista. Un altro scenario vedrebbe invece l’imposizione di Milazzo ma, allo stesso tempo, un passo di lato dello stesso Miccichè, per aprire una discussione alla luce del sole sul coordinamento del partito. Quel che è certo è che, almeno formalmente, tutta la deputazione regionale sta col presidente dell’Ars. «Ha ottenuto risultati straordinari, come ai vecchi tempi, ottenendo il triplo di voti rispetto a quelli che Forza Italia racimola in altre regioni», tira le somme uno dei parlamentari. Anche perché, tornando alle Europee, Milazzo a Bruxelles libererebbe un seggio all’Ars, oltre che il ruolo di capogruppo.

A non firmare l’appello a sostegno di Milazzo spiccano la deputata nazionale Giusi Bartolozzi e l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, compagni nella vita. «Non perché Milazzo non sia valido – spiega la parlamentare gelese a MeridioNews – ma perché, come ha detto lo stesso Berlusconi, serve rinnovare il partito con candidature della società civile». Una presa di posizione che si intreccia con la vicenda delle Amministrative di Gela. Dove Forza Italia è spaccata, seppur senza schierare il simbolo: una parte del partito, quella ufficiale che fa riferimento al deputato Michele Mancuso, fedelissimo di Miccichè, ha stretto un’alleanza col Pd a sostegno del candidato sindaco Lucio Greco; un’altra parte, con Bartolozzi ispiratrice, ha una lista nella coalizione di centrodestra che candida un uomo della Lega, Giuseppe Spata. E sabato Bartolozzi e Armao erano in prima fila al lancio della candidatura del salviniano. «Era la presentazione di tutta la coalizione e non di Spata – precisa Bartolozzi – e visto che io ho la mia lista, dove ci sono tre consiglieri comunali uscenti di Forza Italia, la mia presenza è la cosa più naturale di questo mondo. La verità è che Mancuso approfitta di singoli momenti per strumentalizzare».

L’occasione infatti è stata propizia a Mancuso per lanciare un’altra frecciata contro Armao. «Un assessore di Forza Italia non si può schierare con la Lega, perché non è in linea con la condotta del partito. Così non è rappresentativo dei deputati di Forza Italia e non è il mal di pancia di un singolo». Mancuso somma alla querelle Gela quella delle Europee, accusando il titolare dell’Economia di essere l’unico a non aver sostenuto Milazzo. «Pure gli assessori che non sono deputati, come Bandiera, hanno preso posizione in suo favore», sottolinea. Da qui l’affondo decisivo: «La verità è che Armao è un tecnico e non ci serve essere rappresentati da un tecnico, il suo posto può essere ricoperto da un politico». Un’altra pentola che rischia di esplodere dopo le elezioni. Sul tavolo del presidente Musumeci e di chi avrà in mano le redini di Forza Italia nell’Isola. 


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