Europee, in bilico accordo tra Meloni e autonomisti «Messina snobba Lombardo? È lui che lo ignora»

Colpo di scena a pochi giorni dalla chiusura delle liste elettorali in vista del rinnovo del Parlamento europeo. Gli autonomisti di Raffaele Lombardo potrebbero dire addio a Giorgia Meloni, ritirando le loro candidature nel collegio Isole (i nomi che circolavano erano quelli di Innocenzo Leontini e di Carmelo Pullara). L’ufficialità arriverà soltanto domani, quando è convocato un vertice di partito per fare il punto della situazione. Ma a sentire i toni del capogruppo all’Ars, Carmelo Pullara, potrebbe trattarsi della semplice ratifica di un divorzio all’italiana già annunciato.

Troppo estreme le posizioni di Fratelli d’Italia, rispetto alle politiche tendenzialmente più moderate degli autonomisti che riconoscono ancora il loro leader politico nella figura dell’ex governatore Raffaele Lombardo. Il quale potrebbe anche non intervenire al vertice di domani, lasciando libertà decisionale ai suoi. Anche perché, oltre le frizioni che si erano già registrate nelle scorse settimane, il vero motivo del contendere vedrebbe come protagonista proprio l’ex primo inquilino di Palazzo d’Orleans.

Agli autonomisti, infatti, non sarebbero andate giù le dichiarazioni rese dal coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Manlio Messina, nel corso di un talk show su un’emittente catanese. In quell’occasione, Messina aveva sottolineato che quello con gli autonomisti sarebbe soltanto un «accordo localistico». Parole che hanno fatto saltare dalla sedia Pullara, che sottolinea come «gli autonomisti esprimano al momento cinque deputati regionali, un assessore in giunta, decine di sindaci e innumerevoli amministratori locali. Numeri che lasciano facilmente immaginare, per quanto non pensiamo di avere nulla da dimostrare, che se Fratelli d’Italia oggi raggiunge consensi che si fermano a una sola cifra, con noi sarebbe arrivato invece a due».

Nel corso della stessa intervista, pare che Messina abbia anche preso le distanze dal «padre politico» degli autonomisti, sottolineando di non parlare con Lombardo. «Al massimo – sbotta Pullara – si può dire il contrario: che è Lombardo a non avere nulla da dire a lui». Naturalmente questa è stata soltanto l’ultima goccia di una crisi che va avanti da un po’. «I matrimoni – ammette ancora Pullara – si fanno in due, ci vuole la volontà di entrambi. La sensazione è che Fratelli d’Italia non abbia interesse ad allargarsi, mentre noi pensiamo che la politica sia proprio quello, avere la capacità e il coraggio di estendere il campo. Anche per questo stiamo valutando l’ipotesi, concreta, di non siglare l’accordo con Fdi. Abbiamo più volte ribadito che riteniamo che i temi del Sud sono assolutamente abbandonati, non vediamo grande interesse da parte della politica nazionale, se non durante le campagne elettorali. Per questo – conclude – le nostre perplessità vanno oltre, alla luce del rischio concreto di non poter esprimerci a pieno all’interno di un contenitore che ha già una sua storia, che noi rispettiamo. Ma cui manca forse la capacità di innovarsi».

Sull’episodio a dire la sua è anche il coordinatore regionale di Fdi, Messina, che precisa «che non c’era alcuna intenzione di snobbare Lombardo, ma che si tratta di un dato di fatto: nella composizione della lista la nostra interlocuzione non è stata con l’ex governatore».


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