Il 54enne da qualche mese era tornato in libertà seppure con alcune prescrizioni, dopo avere concluso i domiciliari per il ferimento di Antonio De Maiuta nel 2015. Chi ha aperto il fuoco lo ha atteso mentre tornava verso l'abitazione
Pachino, le indagini sul tentato omicidio di Corrado Vizzini L’uomo stava tornando a casa per la sorveglianza speciale
Chi, ieri sera a Pachino, ha sparato voleva uccidere. Dodici ore dopo l’agguato avvenuto in via De Sanctis, dove qualcuno ha aperto il fuoco in direzione del 54enne Corrado Vizzini, riuscendolo a colpire più volte, gli uomini del locale commissariato partono da qui. Durante la notte, Vizzini, che è stato colpito all’addome, alla gamba, al braccio e al gluteo, è stato sottoposto a un intervento chirurgico all’ospedale di Avola.
Un primo spunto potrebbe arrivare dall’ora e dal luogo in cui è stato aperto il fuoco. L’agguato, infatti, è avvenuto intorno alle 20.45, ovvero pochi minuti prima che Vizzini – conosciuto come Marcuotto – rincasasse per rispettare le prescrizioni del tribunale sulla sorveglianza speciale. A sostegno di questa tesi, inoltre, c’è il percorso fatto dall’uomo: via De Sanctis si trova lungo il tragitto che porta verso l’abitazione del 54enne.
La misura di prevenzione è stata decisa negli ultimi mesi, dopo che Vizzini – nel cui passato ci sono anche condanne per traffico di stupefacenti – è stato ai domiciliari per la condanna a quattro anni legata al ferimento, avvenuto ad aprile 2015 nei pressi del mercato ortofrutticolo, di Antonio Di Maiuta. Per quella vicenda, che nel corso del processo fu derubricata da tentato omicidio a lesioni, furono in un primo tempo indagati sia Corrado Vizzini che il figlio Giovanni – quest’ultimo l’anno scorso ritenuto responsabile del tentato omicidio di Giuseppe Aprile -, ma successivamente fu il padre ad addebitarsi la responsabilità. Gli spari contro Di Maiuta sarebbero avvenuti per vendicare l’omicidio di Paolo Forestieri, compiuto da Enrico Di Maiuta, figlio di Antonio e tutt’ora in carcere.