Erice: appalti e favori, arrestato il vicesindaco Dal consigliere amico all’illuminazione pubblica

Corruzione e abuso d’ufficio. Con queste accuse è stato arrestato stamattina il vicesindaco di Trapani, Salvatore Angelo Catalano. L’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con uso del braccialetto elettronico – emessa dal GIP del Tribunale di Trapani su richiesta della locale Procura delle Repubblica – è stata eseguita alle prime luci dell’alba dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Trapani. L’esponente politico era stato indagato nel giugno del 2018; i reati contestati sarebbero stati commessi tra il 2016 ed il 2017. Si tratta di uno dei filoni d’indagine su cui sta lavorando la Procura, che ha passato a setaccio, appalti e affidamenti diretti di opere pubbliche.

Catalano è attualmente assessore con delega, tra le altre, all’Ecologia e al Servizio Idrico e vicesindaco nell’amministrazione di centrosinistra guidata da Daniela Pecorella Toscano. Ma è stato assessore anche con la precedente amministrazione, quella di Giacomo Tranchida (attuale primo cittadino di Trapani). Catalano ha fatto parte della giunta infatti dal 2011 al giugno 2017, dopo comunque essere anche stato eletto consigliere comunale nel 2012.

Secondo il giudice per le indagini preliminari, anche a causa di questa «abitudine al potere», il vicesindaco avrebbe messo in atto «una pluralità d’illeciti, con spregiudicatezza e disprezzo verso l’amministrazione d’appartenenza». Catalano, continua il giudice, «ha realizzato interessi personali e privati, ritenendosi al di sopra della legge, tanto da non temere verifiche e controlli». Le indagini hanno ricostruito come alle condotte illecite abbiano partecipato anche alcuni appartenenti all’amministrazione comunale ericina e alcuni consiglieri comunali.

Il vicesindaco avrebbe manipolato imprenditori che, pur di accaparrarsi appalti per conto dell’amministrazione, avrebbero svolto servizi e favori per Catalano e per alcuni consiglieri comunali vicini al vicesindaco, il tutto a spese del Comune di Erice. In un caso, ad esempio, Catalano, su istigazione di un consigliere comunale – «violando i suoi doveri d’imparzialità e buona amministrazione ed invadendo la competenza dei dirigenti amministrativi» precisano gli investigatori – avrebbe ordinato a un’impresa che stava eseguendo lavori per l’amministrazione comunale in tutt’altra zona, di interrompere quei lavori e abbattere una barriera architettonica nel marciapiede antistante il bar di proprietà di un parente del consigliere comunale, facendo sostenere l’intero importo al Comune. In cambio il consigliere comunale avrebbe votato, pur avendo un impedimento fisico, il piano rifiuti predisposto in quel periodo dall’amministrazione comunale e di cruciale importanza per la maggioranza di governo. 

E ancora, i carabinieri hanno ricostruito come alcuni imprenditori sarebbero stati soliti aggiudicarsi lavori pubblici con assegnazione diretta, giustificata da una situazione di disagio e d’urgenza, predisposta ad arte per l’occasione. In particolare il vicesindaco, abusando della sua funzione, avrebbe esercitato pressioni sul dirigente del settore lavori pubblici per far aggiudicare i lavori di manutenzione della rete di illuminazione pubblica ad un’impresa, sponsorizzata dallo stesso Catalano, «in spregio – sottolineano gli investigatori – ai doveri di imparzialità e buona amministrazione e al principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti».

In mattinata è arrivata la nota della sindaca Toscano. «A seguito del provvedimento dell’autorità giudiziaria ho provveduto all’immediata revoca dello stesso dalla carica di assessore e vicesindaco al fine di assicurare l’azione amministrativa del Comune. Nel merito della questione non conosco i dettagli della vicenda giudiziaria, sotto il lato umano, tuttavia, non posso che essere vicino all’architetto Angelo Catalano ed alla sua famiglia. Al contempo, però, ribadisco il massimo rispetto verso l’operato della magistratura e qualora dovessero emergere delle responsabilità a carico dell’indagato, auspico il massimo rigore nella piena attuazione del principio costituzionale della legalità».


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