Omicidio Avola, perizia psichiatrica su Lanteri  «Quando ha agito era parzialmente incapace»

«Al momento dei fatti Giuseppe Lanteri era parzialmente incapace di intendere e di volere». È questo il risultato della perizia psichiatrica depositata, questa mattina durante l’incidente probatorio, dalla neuropsichiatra catanese Elettra Cultrera nominata, lo scorso novembre, dalla giudice per le indagini preliminari del tribunale di Siracusa, Carla Frau. A questa conclusione la specialista è giunta dopo le operazioni peritali, fatte di esami e colloqui, sul 19enne avolese accusato di aver ucciso con cinque coltellate l’ex suocera Loredana Lopiano lo scorso 27 settembre sull’uscio della sua abitazione ad Avola.

Il ragazzo che si trova attualmente detenuto al terzo piano nella sezione protetti del carcere di Siracusa, questa mattina ha preferito non essere presente durante l’udienza. «Dalla relazione depositata dalla neuropsichiatra – chiarisce a MeridioNews il legale difensore del 19enne, Antonino Campisi – è emerso, inoltre, che al mio assistito è stata diagnosticata anche una epilessia di secondo grado post-traumatica, una patologia che può nascere da un trauma infantile che rende un soggetto più debole mentalmente». 

Durante l’udienza di convalida del fermo per l’ex fidanzato della figlia dell’infermiera avolese, l’avvocato ha presentato la documentazione medica dell’anno scorso in cui si attesta che il ragazzo è affetto da epilessia e da una patologia che ha gravi ripercussioni sulla memoria, in particolare nelle fasi precedenti un attacco epilettico. «In passato – aggiunge il legale – Lanteri è anche stato in cura da psicologi e psichiatri per gli alcuni episodi di svenimenti». Nella parte conclusiva della consulenza con cui si accertano le condizioni di sanità mentale, la neuropsichiatra annota che il giovane ha «necessità di un trattamento terapeutico adeguato con supporto psicologico e un monitoraggio neurologico costante». 

A fine settembre, l’avvocato aveva già chiesto la sostituzione per il 19enne della detenzione con gli arresti domiciliari in una struttura specializzata. La richiesta, però, non era stata accolta dalla gip. «Stando a quanto si legge nella perizia – conferma Campisi – io credo che le condizioni di salute di Lanteri siano incompatibili con il regime carcerario. Rispetto ai mesi precedenti sembra un po’ migliorato ma non riesce a superare un’empasse. È consapevole di sé al cinquanta per cento, non ricorda quello che ha fatto, rimuove quei momenti». Adesso si attende l’esito di ulteriori indagini che riguardano accertamenti irripetibili su oggetti sottoposti a sequestro: cellulari, tablet e altri strumenti tecnologici e di comunicazione.

Davanti al giudice per le indagini preliminari, lo scorso 29 settembre, Lanteri ha raccontato di essersi appostato davanti casa della ex ragazza per chiarire alcuni aspetti sugli strascichi della fine della loro relazione, durata tre anni e finita lo scorso marzo. Il 19enne avrebbe avuto l’intenzione di ribadire di essersi rassegnato alla fine della relazione. Delle cinque coltellate inflitte alla mamma della sua ex fidanzata ha detto di non ricordare nulla e non è riuscito nemmeno a ricostruire la dinamica e i motivi dell’aggressione. Dopo aver fatto perdere le tracce di sé per l’intera giornata, il giovane è stato ritrovato e arrestato dalla polizia, poco dopo la mezzanotte, sugli scogli del lungomare di Avola


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