Ex discariche, i Comuni non rispondono alla Regione «Informazioni necessarie per pianificare le bonifiche»

Una decina, forse qualcosa in più, ma comunque pochissimi. Sono i Comuni – in totale in Sicilia sono 390 – che finora hanno risposto alla Regione in merito al censimento delle ex discariche presenti nei propri territori. A pubblicare l’avviso in gazzetta ufficiale è stato, a novembre, l’Ufficio speciale per le bonifiche dei siti contaminati, neonata diramazione dell’assessorato all’Energia e ai servizi di pubblica utilità guidato da Alberto Pierobon, che comprende anche il dipartimento Rifiuti. L’ufficio, affidato a metà 2018 al dirigente Francesco Lo Cascio e ancora in fase di definizione del proprio organico, ha il compito di attualizzare il piano regionale aggiornato l’ultima volta a fine 2016, dall’allora governo Crocetta. 

La richiesta agli enti locali di confermare la situazione sul territorio, con la possibilità di segnalare anche nuovi siti, è stata fatta nell’ottica di fotografare lo stato dell’arte a ridosso della riforma che il governo Musumeci conta di portare a casa nei prossimi mesi. Il ddl, che tarerà su scala provinciale la gestione dei rifiuti e sostituirà le malmesse Srr con nuove autorità d’ambito, aspetta di essere discusso all’Ars. Un passaggio necessario per rendere efficace anche il piano di gestione presentato a fine dicembre. Al momento, però, da parte delle amministrazioni locali le risposte sono state più che tiepide. «Finora abbiamo ricevuto pochi documenti – commenta il dirigente dell’ufficio -. Il termine temporale che avevamo fissato era il 31 dicembre. Nei prossimi giorni rinnoveremo l’avviso, sollecitando i Comuni affinché compilino le schede che abbiamo preparato». 

Nel caso anche questo tentativo non dovesse avere buon esito, si passerà a un’altra azione. «Abbiamo individuato figure che nelle singole province potranno occuparsi di affiancare le amministrazioni nella redazione dei documenti – prosegue Lo Cascio -. Farlo è fondamentale, perché solo così possiamo avere contezza di quale zone necessitano interventi di bonifica e quali invece sono i siti sotto controllo». Stando all’ultimo aggiornamento, le discariche dismesse presenti nell’isola sono circa cinquecento.

Tra i Comuni che per ora si sono mostrati sordi c’è anche Catania. A puntare l’attenzione sull’amministrazione di centrodestra guidata da Salvo Pogliese è stato ieri il Movimento 5 stelle, con una nota congiunta firmata dalla deputata regionale Gianina Ciancio e dalla consigliera comunale Lidia Adorno. «È scandaloso apprendere – dichiara Adorno – che, sull’aggiornamento delle discariche abusive e dei siti contaminati in territorio catanese, l’assessore Fabio Cantarella non abbia fatto pervenire le segnalazioni richieste dall’assessorato regionale». Il riferimento all’abusivismo dei siti di Adorno, tuttavia, è in realtà è errato. «Parliamo di siti che hanno ricevuto in passato autorizzazioni in base alle normative in vigore e che oggi sono chiusi per raggiungimento delle capacità concesse – specifica il dirigente regionale -. Non c’entrano i luoghi che comunemente vengono definiti discariche abusive, ma sono soltanto punti in cui vengono abbandonati i rifiuti».

Dal canto suo, Ciancio chiama in causa la vicinanza politica tra l’amministrazione Pogliese e la giunta Musumeci. «È assurdo che, nonostante il Comune di Catania e la Regione siciliana siano governati dalla stessa compagine politica, i relativi uffici non riescano a comunicare tra di loro, scaricandosi l’un l’altro le responsabilità».

Riceviamo e pubblichiamo da Fabio Cantarella, assessore all’Ecologia del Comune di Catania:
La consigliera Adorno del Movimento 5 stelle per la seconda volta afferma falsità sull’assessorato che curo e in questo caso diffonde additittura una notizia palesemente falsa. Solo così infatti può essere definito l’avere sostenuto che il Comune di Catania non abbia adempiuto alle richieste della Regione in merito ai siti che necessitano di bonifiche per avere ospitato discariche in passato.
L’ufficio guidato dalla dirigente Agata Puglisi ha lavorato sodo per riuscire, entro i termini previsti, a comunicare quanto richiesto dall’Ufficio speciale per le bonifiche della Regione. Ci sono i documenti che lo attestano: le informazioni sono state trasmesse sia via Pec che tramite mail entro il 31 dicembre.
Spiace constatare come la consigliera Adorno incappi in questi svarioni, specialmente se si considera che, pur avendo possibilità di fare accesso agli atti, prende posizioni senza documentarsi. Per Adorno, d’altra parte, non è la prima volta: in un caso è venuta a protestare in assessorato per una presunta mancata partecipazione a un bando che avrebbe permesso di bonificare il sito di Grotte Bianche, salvo poi scoprire che lo stesso bando era rivolto a siti pubblici e non certo privati. Oramai siamo ai limiti della diffamazione. Comunque tengo a rassicurare tutti i catanesi: gli uffici si sono mossi in tempo, perché la salvaguardia dell’ambiente è un tema che sta a cuore a tutta l’amministrazione comunale e lavoriamo giorno e notte per garantire un servizio sempre più dignitoso.


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