Nell'appuntamento per lo scambio di auguri con la stampa il governatore parla a 360 gradi. Sul dialogo con le opposizioni: «Una parte del Pd ha mostrato senso di responsabilità». E sulla certificazione dei fondi Ue: «Mancano 100 milioni»
Musumeci elenca i risultati e chiede aiuto alle opposizioni «Adesso defiscalizzazione benzina e continuità territoriale»
Fa l’elenco delle cose fatte – a cominciare «dall’accordo con lo Stato», «l’aumento ai forestali» e «il contratto ai dipendenti regionali» -, annuncia le prossime battaglie – «la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi e la continuità territoriale» -, e anticipa un dato sulla certificazione dei fondi europei in scadenza a fine anno – «forse non ci arriviamo per cento milioni, ma questa amarezza non mi sento di poterla assimilare perché se non abiamo fatto miracoli ci siamo andati vicini». Il presidente della Regione Nello Musumeci parla a 360 gradi davanti ai cronisti nell’appuntamento per lo scambio di auguri di fine anno.
Parte rivendicando quanto di buono fatto. «Non era mai accaduto, almeno negli ultimi trent’anni, che un governo della Regione chiedesse e ottenesse nel giro di un paio di settimane un tavolo di confronto con Roma per mettere in elenco 6-7 punti prioritari. Il vice presidente Armao ha tenuto il confronto per quattro mesi lunghi e difficili, all’ultimo il tavolo stava per saltare ma alla fine l’abbiamo avuta vinta noi: abbiamo chiesto al governo di restituirci quello che ci era stato tolto, senza atteggiamento remissivo, senza piattino in mano e senza complessi di colpa o responsabilità».
Con Roma adesso restano aperti altri tavoli importanti, su cui il governatore promette di tornare già nei primi giorni di gennaio. «La riforma della finanza locale, la sorte delle Province, la defiscalizzazione dei prodotti petroliferi che è una battaglia dalla quale non si arretra neanche di un millimetro, e la continuità territoriale che ci consentirebbe di garantire ai residenti in Sicilia di potere viaggiare con tariffe sociali assolutamente accessibili». A proposito di quest’ultimo problema, irrisolto da decenni e con risorse, seppur limitate, stanziate ma non spese, Musumeci aggiunge un anedotto personale: «Sono stato a Roma a spese mie e quando dovevo anticipare il viaggio di ritorno per raggiungere Catania a seguito del sisma mi è stato detto di pagare 540 euro per il volo Roma-Catania della compagnia italiana. 540 euro sono mezzo stipendio di un impiegato e di un operaio».
Di stretta attualità è l’iter di approvazione della Finanziaria. Il governo vorrebbe evitare l’esercizio provvisorio, ma ieri nella conferenza dei capigruppo ha trovato le resistenze delle opposizioni. Con cui però, ammette il presidente, è in corso un dialogo. «Noi – dice Musumeci – abbiamo messo in conto da diversi mesi di aprire un confronto con le opposizioni, poi quando ci dobbiamo confrontare sorgono mille problemi e non si capisce perché. C’è una parte del Pd che ha mostrato senso di responsabilità. Il bilancio snello – continua – deve essere un obiettivo perseguito da tutti, dal governo e dalle opposizioni. Poi c’è il collegato come strumento per confrontarsi con ogni gruppo parlamentare, intanto l’intesa può essere aggiunta, si può fare in diretta, niente di riservato. Lo abbiamo detto al M5s e al Pd, a tutti e due i Pd, e a Sicilia Futura. Da parte nostra c’è la buona volontà per confrontarci».
Proprio dal Pd recentemente è arrivato l’attacco sul numero di leggi prodotte. «Dicono che non ne abbiamo fatte? La nostra strategia di riforma – risponde il governatore – non punta a produrre quante leggi più possibili. Ne abbiamo migliaia inapplicate. Un governo non si misura dal numero dei ddl che propone all’aula, ma dagli obiettivi che riesce a raggiungere». Musumeci parla di 10-12 disegni di legge in totale, di cui quattro già presentati – pesca, rifiuti, semplificazione amministrativa e lavori pubblici – e «altri sei da presentare nei prossimi mesi», citando «la riforma forestale, i consorzi bonifica, la gestione delle riserve e l’omogeneizzazione degli enti in agricoltura».
Infine il capitolo certificazione dei fondi europei, oltre 700 milioni in scadenza il 31 dicembre, pena la mancata conferma da parte dell’Europa nella prossima programmazione e quindi la riduzione dei fondi destinati alla Sicilia. «Forse non ci arriviamo, ma questo lo posso dire tra 48 ore perché ogni assessore sta lavorando per poter produrre la certificazione necessaria. L’Ue ci chiede un tetto di 674 milioni di euro, vi posso dire che abbiamo superato i 570 milioni. A questo punto non so se riusciamo a raggiungere il target e non so se gli uffici stiano producendo certificazione voglio augurarmelo, ma comunque rispetto ai 6 milioni che abbiamo trovato quando ci siamo insediati avere potuto impegnare ed erogare tante risorse è già un motivo di orgoglio. Abbiamo impegnato i dipartimenti fino al massimo con una profusione di energie assolutamente inimmaginabili».