Acceso dibattito nel corso del pomeriggio prima di arrivare alla norma che impone l'obbligo agli esponenti istituzionali siciliani di comunicare l'eventuale appartenenza a logge massoniche. Ok dal governo Musumeci ma nella maggioranza voci critiche
Massoneria, via libera di Sala d’Ercole alla norma Fava: «Doveroso». Lo Curto: «Legge liberticida»
Governatori, assessori regionali, deputati all’Assemblea, ma anche sindaci, assessori e consiglieri comunali che amministrano in Sicilia dovranno comunicare ai loro concittadini, già da questa legislatura, la loro eventuale appartenenza a logge massoniche o altre organizzazioni consociative. Con 39 voti favorevoli e 2 contrari, la norma proposta da Claudio Fava è stata approvata questa sera in Assemblea regionale. «Nessun giudizio da parte del governo regionale – come sottolineato da Toto Cordaro, in rappresentanza dell’esecutivo regionale – perché non si tratta di una norma di indirizzo politico, ma morale. Per quanto ci riguarda siamo pronti a votarla».
Secondo il primo firmatario del ddl, «La Sicilia da oggi è la prima regione d’Italia in cui i parlamentari regionali hanno l’obbligo di dichiarare l’eventuale iscrizione a una loggia massonica. Nonostante le fortissime pressioni in senso contrario, abbiamo affermato un dovere di trasparenza e di responsabilità che adesso andrebbe esteso a tutte le cariche elettive in Italia».
Non sono mancate le polemiche, nel lungo pomeriggio in cui si è esaminata la norma. E se la deputata Udc Eleonora Lo Curto ha parlato di legge «subdola, cattiva e liberticida», a buttarla in politica sono stati invece i deputati Giancarlo Cancelleri (M5s) e Nello Dipasquale (Pd). L’ex candidato governatore dei grillini ha parlato di una «legge ovvia», per la quale l’Ars avrebbe dovuto spendere un tempo minore. «Questa legge – ha aggiunto – non risolve neanche uno dei problemi della Sicilia. Ma questo problema non è nostro ma del governo, che non porta atti importanti a questa Assemblea. Alla fine se arriva questo, di questo possiamo parlare. L’atto di passarsi la mano sulla coscienza dovrebbe farlo la maggioranza, invece di attaccare l’opposizione».
Dipasquale ha puntato dritto al primo inquilino di Palazzo d’Orleans: «Non vedo Musumeci in quest’aula dal 7 agosto: questo Parlamento ha bisogno anche di momenti di confronto col suo presidente. Dopo un anno, invece, la sensazione è che il governatore abbia abbandonato l’Assemblea». A rispondere al deputato dem è stato direttamente il capogruppo forzista Giuseppe Milazzo: «Ogni volta che quest’Aula ha chiesto la presenza di Nello Musumeci, il presidente c’è stato. Ci siamo sorbiti cinque anni di governo Crocetta che vi ha portato alla desertificazione e lei parla di Musumeci?».
Ancora più duro Cordaro, che ha risposto a Cancelleri sottolineando come ieri la giunta abbia approvato rendiconto e assestamento «insieme a ulteriori quattro ddl a cornice, perché il percorso deve essere unico. I ddl saranno a disposizione della Commissione competente all’inizio della prossima settimana, per arrivare all’approvazione entro l’anno solare. Perché questo governo auspica che, dopo dieci anni, si possa approvare la Finanziaria senza fare ricorso all’esercizio provvisorio».
A replicare al leader dei pentastellati sul fronte della presunta ovvietà della norma approvata dall’Aula, è stato infine Fava: «Io non credo – ha detto – che la trasparenza sia una qualità ovvia della politica, soprattutto in Sicilia. La trasparenza va conquistata e confermata giorno dopo giorno e non mi pare che la politica siciliana abbia brillato in trasparenza in passato».