A San Fratello si celebra il Bettino Craxi day «Statista cui siamo legati da affetto sincero»

Altro che terza repubblica, la nostalgia è tutta per ciò che fu la Prima. Perlomeno a San Fratello, in provincia di Messina, dove si è svolta oggi la cerimonia di intitolazione dell’elipista all’ex presidente del consiglio e capo del Partito socialista Bettino Craxi. Nel piccolo centro dei Nebrodi, i Craxi sono di casa pur non avendo da un po’ alcuna abitazione: qui, infatti, nacque Benedetto Craxi, nonno di Bettino e bisnonno di Stefania, oggi senatrice di Forza Italia. Proprio lei ha presenziato in aula consiliare, ricevendo anche la cittadinanza onoraria dal sindaco Salvatore Sidoti Pinto. «Questo nuovo legame con la terra di Sicilia mi riporta alle origini della mia famiglia – ha detto Stefania Craxi -. Ma è dovuto anche per la forte partecipazione della Sicilia alle fortune del Partito socialista italiano. Bettino Craxi è stato un grande italiano, un patriota, che amava l’Italia e gli italiani, a cui la storia darà l’onore che merita», ha aggiunto la senatrice parlando del padre. 

Valutazioni che hanno trovato piena condivisione nei presenti, tra i quali gli assessori regionali Gaetano Armao e Bernadette Grasso e i deputati regionali Giuseppe Galluzzo e Luigi Genovese. A prendere parte all’incontro anche Francantonio Genovese e Franco Rinaldi, rispettivamente ex deputato nazionale ed ex deputato Ars, negli ultimi anni coinvolti e condannati per lo scandalo legato alla Formazione regionale. «Ciò che stiamo facendo non rappresenta un momento formale privo di sentimento – ha dichiarato il primo cittadino di San Fratello -. Il sentimento che ci lega alla famiglia Craxi è ormai consolidato. Siamo andati a visitare la casa degli avi della senatrice Craxi. Il nostro è un sentimento di vicinanza affettiva. Ricordo – ha aggiunto Sidoti Pinto – quando nel 1984 ero vicesindaco e venne il presidente Craxi. Fu un tripudio»

Nel corso della mattinata, una consigliera e artista locale ha consegnato a Stefania Craxi un quadro raffigurante il padre. Da queste parti la figura dell’ex capo del Psi risplende senza alcuna ombra. «Lo statista che ha saputo dare lustro a una nazione in tutte le sue scelte», lo ha definito una delle persone che hanno preso parte all’incontro. Nessun riferimento invece, ma era ampiamente prevedibile, alla conclusione della parabola politica di Craxi, con il pieno coinvolgimento nell’inchiesta Mani pulite, l’ammissione del sistema tangentizio che sosteneva i partiti e la fuga da latitante ad Hammamet

Fatti che hanno segnato la storia italiana. Per molti oggi basta citarli per tracciare il profilo dell’ex presidente del consiglio. Anche se c’è chi sottolinea l’effetto distorsivo di una tale lettura della storia. «Craxi fu un socialista riformista che si proponeva di superare il cosiddetto bipartitismo imperfetto, cioè il fatto che la Dc stava sempre al governo e il Pci sempre all’opposizione – commenta Luciano Granozzi, professore di Storia contemporanea all’Università di Catania -. Per riuscirci, nella sua visione, era indispensabile rovesciare l’egemonia comunista nella sinistra italiana. Craxi pensò a se stesso come a una sorta di Mitterrand italiano, senza riuscire nell’impresa». Ciò a detta del docente portò Craxi a «essere vituperato, in senso non solo figurato, dai militanti puri e duri dell’allora Pci e d’essere poi ambiguamente rivalutato a destra, negli ambienti berlusconiani». Lo storico sostiene poi come l’immagine odierna dell’ex presidente del Partito socialista oggi non sia aderente alla complessità della figura. «Ci è stata trasmessa la memoria di un Craxi emblema di ladrocinio e corruzione politica e di un Berlinguer icona di una politica intemerata e basata su alti valori etici. Questa rappresentazione non può reggere alla critica storica, nulla di più falso – attacca Granozzi -. L’arrivismo e l’affarismo furono il risultato della sconfitta politica di Craxi, causata anche dall’indisponibilità dei comunisti italiani ad acconsentire a una sinistra – conclude – guidata dai socialisti».


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