Ufficialmente interdetti, i luoghi continuano a essere meta di siciliani e turisti. Una delibera ha finanziato gli interventi che fanno compiere passi avanti verso la totale fruizione. I progetti esecutivi sono sul tavolo del commissario del dissesto idrogeologico
Fondi per sicurezza a Cavagrande e Scala Turchi Due milioni e mezzo per riaprire al pubblico i siti
Due luoghi molto amati dai siciliani (e non solo), tanto da essere fruiti nonostante ufficialmente interdetti per motivi di sicurezza, compiono un passo avanti nell’iter verso la riapertura. Una delibera di giunta regionale ha finanziato, con una rimodulazione delle risorse del Patto per il Sud, gli interventi per Cavagrande del Cassibile e Scala dei Turchi.
Circa due milioni di euro è la cifra destinata per le opere di messa in sicurezza del costone roccioso del sentiero Scala Cruci nella riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile, nel Siracusano. I fondi saranno gestiti dal dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale dell’assessorato regionale all’Agricoltura, che è l’ente gestore della riserva. Il finanziamento, nello specifico, riguarda la prima tranche degli interventi che dovrebbero portare alla riapertura del sito chiuso circa quattro anni fa dopo l’incendio devastante, scoppiato il 25 giugno del 2014, che distrusse migliaia di ettari di flora. Lo studio di fattibilità del Genio civile aretuseo, che da giugno è sul tavolo del commissario al dissesto idrogeologico Maurizio Croce, comprende anche un secondo step che interessa tutto il versante del canyon che sovrasta i laghetti. Gli interventi prevedono il posizionamento di barriere in sovrapposizione per consentire la movimentazione della fauna e l’eventuale attraversamento per la manutenzione e per la protezione dagli incendi. Sulle pareti più a rischio andranno ancorate delle fasciature con chiodi di roccia e reti metalliche. In alcuni tratti del sentiero, per ulteriore sicurezza, verranno realizzate anche delle palizzate di legno così da contenere l’eventuale distacco di detriti e il rotolamento di piccoli massi.
Negli anni post-incendio, l’azienda foreste demaniali ha usato alcuni finanziamenti per curare i lavori di ricostruzione di un immobile, le cosiddette Case di Natala, che sono raggiungibili percorrendo i sentieri tuttora aperti (quello di Mastra Ronna e quello di Carrubella) che si trovano a pochi passi dalla zona dichiarata off-limits. Nel giugno del 2017 il Tar di Catania aveva rigettato il ricorso del Comune di Avola nei confronti della Regione in merito alla chiusura temporanea di Cavagrande mantenendo il divieto. Una chiusura solo formale però perché, in questi quasi quattro anni, negli oltre dodici chilometri di cava si sono registrati migliaia di visitatori al giorno, specie nella stagione estiva.
Zaino sulla testa e acqua alle ginocchia, sono molti i turisti che quest’estate hanno raggiunto via mare Scala dei Turchi. Il passaggio sulla spiaggia è chiuso al pubblico dal dicembre del 2017, quando si è verificato il crollo di alcuni massi. Adesso, per il progetto di messa in sicurezza sono stati finanziati circa 400mila euro. «L’intervento – precisa a MeridioNews l’assessore al Territorio Toto Cordaro, che lo scorso lunedì ha fatto un sopralluogo insieme al sindaco di Realmonte, Calogero Zicari – riguarda la parte alta del costone che è stata interessata dalla frana. Questi lavori – aggiunge – permetteranno il ripristino del passaggio sulla spiaggia candidata come Patrimonio mondiale dell’Unesco». Il progetto esecutivo, redatto dall’ufficio regionale della Protezione civile e approvato dalla Soprintendenza agrigentina, c’è già. Prevede il disgaggio di una parte dei massi pericolanti, l’apposizione di una rete di protezione nella parte sommitale «che, per non avere un impatto eccessivo – spiega il primo cittadino di Realmonte – sarà dello stesso colore rossastro del costone. Data la comparsa di macchie di umidità sulla Scala, nel piano di lavoro – aggiunge Zicari – c’è anche la realizzazione di trincee drenanti nella parte a monte che intercettino gli scoli d’acqua per impedire raggiungano la parte più bassa».
Su una delle spiagge simbolo della Sicilia resta ancora il nodo della «proprietà privata», come da cartelli esposti circa tre anni fa. A rivendicarne il possesso è un pensionato del posto. «La vicenda con questo privato non è ancora finita – afferma il sindaco – Noi abbiamo prodotto un atto di citazione davanti al giudice ma, in questo momento, siamo in una fase di mediazione. Intanto, la cosa più importante – conclude Zicari – è che la Scala venga tutelata».