La presidente uscente del consiglio comunale nei mesi scorsi era entrata in polemica frontale con i vertici di Forza Italia, dopo l'esclusione dalle liste sia alle Regionali che alle Politiche. Stamattina ha presentato la propria lista e assicurato di essere pronta a giocarsela da sola, anche se ha lasciato uno spiraglio per possibili convergenze
Messina, Barrile si candida dopo rottura con Genovese E ora il centrodestra potrebbe presentarsi con tre nomi
Sciolto ogni dubbio. In un gremito salone delle bandiere di palazzo Zanca, l’attuale presidente del consiglio comunale Emilia Barrile ha ufficializzato la candidatura a sindaco di Messina alle Amministrative del 10 giugno, dove sarà sostenuta dalla lista Leali-Progetto per Messina. Parla a braccio Barrile, ricordando di essere «una donna del popolo». «Sono cresciuta nella case popolari, i miei parenti erano tutti commercianti e ambulanti», tiene a sottolineare. Emozionata e con la voce rotta dalla tensione, il suo discorso è cadenzato da numerosi applausi. Si rivolge alle tante persone che hanno riempito il salone di rappresentanza del Comune spiegando che «il cambiamento inizia da qui, da voi, dalla gente comune».
Barrile sa bene che la sua discesa in campo è stata osteggiata già prima che la ufficializzasse e lo sarà ancora di più adesso. «Tenteranno di combattermi e distruggermi, ma non mi faranno arrendere, io vado avanti», prosegue. Non ha peli sulla lingua la presidente del consiglio comunale. Dopo il passo indietro alle Regionali, per lasciare spazio a Luigi Genovese, figlio dell’ex parlamentare Francantonio, che si è conquistato un posto all’Ars con 17mila preferenze, è arrivata anche la rinuncia meno volontaria a un posto in lista per le Politiche. «Alle Regionali avevo accettato di farmi da parte, anche in vista delle nazionali», spiegava la Barrile a Meridionews a gennaio, ribadendo di essere sempre stata l’espressione più forte dell’area Genovese. Barrile oggi non è più disposta ad accettare di essere messa da parte. Dopo non avere gradito la candidatura di Dino Bramanti come espressione nel centrodestra, definendola una decisione calata dall’alto e lontana da chi fa politica, ha lasciato Forza Italia e oggi guarda avanti. «Non commento quello che è successo alle Regionali e alle Politiche. Non ho nulla meno degli altri. Sono forte e oggi sono candidata a sindaco». Una decisione che ha il sapore della rivalsa anche nei confronti di Genovese senior, da cui si è sentita tradita.
Il centrodestra che arriverà al voto di giugno sarà profondamente diviso. Oltre a Barrile, ha lasciato infatti Forza Italia anche il capogruppo al consiglio Giuseppe Trischitta, che ha deciso anche lui di candidarsi a sindaco con una propria lista. Dal canto suo Bramanti, che ha ricevuto il benestare direttamente dal presidente della Regione Nello Musumeci, sta cercando consensi nel mondo della società civile. Tre candidati per un bacino di voti comune che potrebbero indirettamente favorire gli altri quattro candidati alla poltrona di sindaco, a meno di non trovare un accordo con relativi passi indietro alla vigilia del voto. Valutazioni che acquisiscono maggiore peso se si considera che, nel centrosinistra, Antonio Saitta è riuscito a ricucire lo strappo con i renziani della prima ora chiudendo anche l’accordo con Liberi e Uguali e annunciando che sarà Maria Flavia Timbro, la vicesindaco. Ai nastri di partenza per la fascia da primo cittadino ci saranno anche Cateno De Luca, che corre da solo per Sicilia Vera, Gaetano Sciacca per il M5s e l’uscente Renato Accorinti che, a differenza di cinque anni fa, avrà tre liste a sostegno della sua rielezione.
In uno scenario del genere, Barrile è consapevole della propria forza e di come essa possa servire al centrodestra. Ed è per questo che oggi ha lasciato uno spiraglio aperto per un possibile accordo. «Se mi offrissero la vicesindacatura, prima vorrei sapere quello che faranno da domani. Non ho chiesto la poltrona, che avrei potuto ottenere, ho chiesto che chi si candida nel centrodestra si renda conto di quello che c’è fuori dai palazzi, nei villaggi, nei fondi, nelle baracche». La candidata sindaco ha rimarcato a più riprese che Messina non è solo il salotto buono di piazza Cairoli. «Noi parliamo di cose vere – ha sottolineato – e pretendiamo opportunità e servizi per tutti».