Nell’aula del tribunale di Siracusa, Pietrantonio Ricci, durante l'udienza durata oltre quattro ore, ha confermato che la donna è stata colpita alla testa e poi sarebbe svenuta. Ma che la causa ultima della morte è l'asfissia. Esclusa l'ipotesi di un episodio accidentale. La sorella lancia l'idea di una statua da porre fuori dall'ospedale dove lavorava
Processo Eligia Ardita, audizione del medico legale «Morta per asfissia, rimase senza sensi dopo lesioni»
Nel corso dell’udienza di ieri del processo di primo grado a carico di Christian Leonardi, accusato di aver ucciso, la sera del 19 gennaio del 2015, la moglie Eligia Ardita e Giulia la bambina che portava in grembo, a testimoniare come consulente della parte civile è stato il medico legale Pietrantonio Ricci. Ampiamente ascoltato per oltre quattro ore, Ricci ha confermato che «le cause della morte sono riconducibili a quello che tecnicamente viene definito un pluritraumatismo cranico da colpo contundente, che ha provocato un edema cerebrale per cui Eligia ha perduto immediatamente i sensi», spiega a MeridioNews il legale della famiglia, Francesco Villardita.
Secondo la ricostruzione fatta nell’aula della Corte d’Assise del tribunale di Siracusa, a quel punto Eligia, già priva di sensi, avrebbe avuto un reflusso gastrico ma il senso della tosse sarebbe stato inibito. In sostanza, la giovane infermiera sarebbe morta per asfissia, tanto che nelle sue vie aree sono anche state trovate delle tracce di cibo. In sostanza, il medico legale Ricci ha confermato e sposato in pieno l’ipotesi già precedentemente avanzata dalla consulenza del collega Orazio Cascio richiesta dal pubblico ministero Fabio Scavone.
«Il dottor Ricci – afferma l’avvocato – ha escluso categoricamente che si potesse trattare di un traumatismo accidentale dovuto, per esempio, a una caduta perché ci sono diverse lesioni e non una sola in un unico punto, senza soluzione di continuità». Sarebbe questa la causa principale che ha poi provocato la morte, sopraggiunta per asfissia. «Non possiamo sapere se ci fosse una mano a ostruire la bocca, ma ci sono tutti gli elementi per parlare di una morte dovuta alla mancanza di riflesso esofageo». Il processo è stato rinviato al prossimo mercoledì 24 gennaio, quando verranno sentiti Corrado Cro, consulente medico legale della parte offesa, e l’amico dell’imputato Angelo Pulvirenti.
Intanto il 19 gennaio sarà il giorno del terzo anniversario. «Abbiamo organizzato semplicemente una messa per il pomeriggio alle ore 18 nella chiesa di Santa Rita, in corso Gelone, proprio di fronte all’ospedale dove lavorava Eligia», racconta la sorella Luisa Ardita, che a dicembre ha lanciato l’idea di realizzare una statua che rappresenti la maternità in ricordo di Eligia e di Giulia. «Mi piacerebbe che fosse posta all’ingresso dell’ospedale Umberto I di Siracusa, che è per antonomasia il luogo dove si nasce – dice Luisa – come simbolo del dono della vita che è sacra e deve sempre rimanere tale. Sono già arrivate delle proposte da parte di alcuni artisti, ma stiamo ancora valutando».