Mafia, assoluzione e prescrizione per D’Alì in Appello Pentito: «È massone nella loggia di Messina Denaro»

Si è concluso oggi il processo d’Appello al senatore di Forza Italia Antonio D’Alì, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici di Palermo hanno confermato la sentenza di primo grado: il potente politico trapanese è stato assolto per i fatti contestati successivi al 1994 e prescritto per quelli precedenti. La sentenza di primo grado aveva affermato che «è provato che Antonio D’Alì abbia contribuito, con coscienza e volontà, al rafforzamento di Cosa Nostra fino a epoca prossima al mese di gennaio del 1994». D’Alì è stato presidente della provincia di Trapani, tra i fondatori di Forza Italia nel 1994, parlamentare e sottosegretario al ministero dell’Interno con i governi Berlusconi tra il 2001 e il 2006. Il processo con rito abbreviato a suo carico segna un momento importante nella storia recente del territorio di Trapani e dei rapporti tra politica e mafia. 

La sentenza della quarta sezione della Corte d’Appello di Palermo è arrivata oggi. Nell’udienza di stamattina il procuratore generale Domenico Gozzo – che aveva chiesto la condanna a sette anni e quattro mesi di reclusione – ha provato a giocare una nuova carta: l’acquisizione di due verbali del collaboratore di giustizia calabrese Marcello Fondacaro. «Questo pentito – spiega un avvocato delle parti civili al processo – ha parlato dell’esistenza di logge massoniche deviate di cui fanno parte uomini della ‘Ndrangheta e di Cosa Nostra. In Sicilia ci sarebbe una loggia, chiamata La Sicilia, con a capo Matteo Messina Denaro e di cui farebbero parte mafiosi trapanesi, nonché il senatore D’Alì. Il giudice però non ha acconsentito alla riapertura del dibattimento sulla base di queste novità». Non si potrà dunque sapere, almeno in questo processo, cosa sa Fondacaro rispetto ai legami tra D’Alì e la mafia. 

Tuttavia, molto è emerso nel corso del processo di primo grado e in quello di Appello. In particolare, scrivono i giudici nella prima sentenza, «è provato che D’Alì ha favorito Cosa Nostra nella vicenda della vendita del fondo in contrada Zangara a Castelvetrano, mentre in epoca successiva è stato provato che il sodalizio lo ha sostenuto nella competizione elettorale del 1994 (per il Senato della Repubblica), così come risulta la sua contiguità all’associazione criminale o comunque a soggetti a essa vicini; purtuttavia, non può dirsi provato ai sensi dell’art. 533 c.p.p. che egli abbia dato un contributo causalmente apprezzabile alla stessa».

Secondo la Procura, l’ex senatore di Forza Italia «ha avuto rapporti diretti o mediati con numerosi esponenti di spicco della predetta organizzazione», tra i quali il capomafia latitante Matteo Messina Denaro e l’ex capomandamento di Trapani Vincenzo Virga. Accuse che, nella sentenza di primo grado, trovano conferma. Soprattutto in merito alla vicenda della compravendita del terreno in contrada Zangara a Castelvetrano. Appezzamento che D’Alì vendette per 300 milioni di lire a Francesco Geraci, ex gioielliere e mafioso di Castelvetrano, oggi collaboratore di giustizia. «Non vi è dubbio – scrivono i giudici – che il fondo venne acquistato da Geraci su precisa istruzione di Matteo Messina Denaro e nell’interesse di Salvatore Riina (allora latitante, ndr). D’Alì incassò due assegni per un totale di 200 milioni di lire e restituì in toto la somma. Peraltro senza mai relazionarsi con Geraci, si fece trovare pronto a restituire il denaro, ogni qualvolta Matteo Messina Denaro invitò Geraci a presentarsi presso la Banca Sicula; restituì in contanti, così consentendo a Messina Denaro di avere la disponibilità dì somme non tracciabili. Ciò – concludono i giudici – dimostra che D’Alì agì in maniera cosciente e volontaria, comprendendo che il proprio fatto era volto alla realizzazione dell’operazione architettata dai massimi esponenti di Cosa Nostra e volendovi prestare il proprio contributo; non vi è alcuna plausibile giustificazione di senso diverso». A questo episodio si aggiunge «la certezza che abbia ricevuto l’appoggio elettorale in occasione delle prime consultazioni alle quali si è candidato, ossia quelle dell’anno 1994», in cui fu eletto senatore tra le fila di Forza Italia.  

Le certezze dei giudici finiscono qui e sono coperte dalla prescrizione. Per i successivi episodi contestati, secondo il tribunale, non sono state fornite prove a sufficienza per stabilire l’appoggio di D’Alì all’associazione mafiosa. In primo grado le accuse riguardavano presunte pressioni sul ministero dell’Interno, allora guidato da Giuseppe Pisanu, per trasferire il prefetto di Trapani Fulvio Sodano, che tanto si era adoperato per aiutare la Calcestruzzi Ericina, impresa di calcestruzzo in amministrazione controllata dopo essere stata confiscata al boss Virga. In più, secondo la Procura, D’Alì avrebbe provato a interferire per interrompere appalti e forniture proprio della Calcestruzzi Ericina. I giudici non hanno riconosciuto prove sufficienti per attribuire queste condotte al politico. 

Così come non sono state sufficientemente provate, a detta della Corte d’Appello di Palermo, le contestazioni mosse dal procuratore generale Gozzo nel processo di secondo grado: e cioè le pressioni per il trasferimento dell’ex capo della Direzione investigativa antimafia di Trapani, Giuseppe Linares; un presunto giro di mazzette intorno a un appalto per le telesorveglianza a Trapani; e interferenze nell’aggiudicazione di importanti appalti, come quello per i lavori al porto di Castellammare del Golfo. 

Dopo la sentenza di oggi diversi politici del centrodestra sono intervenuti per complimentarsi con D’Alì. «Conosco Tonino D’Alì da oltre venti anni – ha detto l’ex presidente del Senato, Renato Schifani – gli sono amico e non ho mai avuto dubbi sulla sua innocenza. L’assoluzione di oggi, ribadita in sede di Appello, dimostra una volta di più la sua integrità morale e la sua totale estraneità ai gravi fatti che gli venivano contestati. La verità ha prevalso su ogni altra cosa ed è una buona notizia per tutti quelli che credono nella giustizia». Simili le parole del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Sono lieto della confermata assoluzione del senatore D’Alì, che ha proseguito con impegno e serietà la sua azione politica, e con la serenità di chi sa di non aver violato alcuna legge».


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]