Neonata in crisi respiratoria, non c’è posto a Catania Muore sull’ambulanza nel viaggio per Ragusa

Una neonata è morta su un’ambulanza dopo una grave crisi respiratoria mentre veniva trasportata d’urgenza all’ospedale Paternò-Arezzo di Ragusa. La piccola è nata la notte scorsa regolarmente nella clinica privata Gibiino di Catania. Ma dopo il parto avrebbe avuto una crisi respiratoria. I medici, vista la grave situazione, hanno contattato le Unità di trattamento intensivo neonatale (Utin) di Catania per il trasferimento d’urgenza. Ma sarebbero state tutte piene. Da qui il tentativo di raggiungere Ragusa. La neonata, però, non ce l’ha fatta ed è morta appena dopo Vizzini, in territorio ibleo. 

La procura di Catania e quella di Ragusa hanno aperto due inchieste. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha annunciato «l’immediato invio degli ispettori in Sicilia per fare luce sulla morte della neonata. Abbiamo chiesto una relazione dettagliata e in tempi brevi». E ha garantito che sugli esiti delle ispezioni riferirà in Parlamento. Decisa anche la reazione dell’assessora regionale alla Sanitù Lucia Borsellino: «E’ inammissibile e semplicemente vergognoso quello che è accaduto, una neonata non può morire in ambulanza perché non c’era posto in ospedale. Faremo luce su quanto è accaduto. Ve lo posso assicurare».

Secondo le prime ricostruzioni, subito dopo il parto in una clinica privata di Catania, le condizioni della neonata – primogenita di una giovane coppia di Gravina di Catania – sono apparse subito molto gravi. In sala erano presenti, tra gli altri, il ginecologo di fiducia della donna, un anestesista, un rianimatore e un neonatologo. I medici hanno allertato le Unità di trattamento intensivo neonatale a Catania, ma non hanno trovato un posto disponibile dove ricoverare la piccola in nessuno dei tre ospedali attrezzati: il Cannizzaro, il Garibaldi e il Santo Bambino. A Catania sono ufficialmente 35, distribuiti in quattro ospedali, i posti nelle Utin

Di fronte alle risposte negative, con un’ambulanza privata chiamata dalla clinica, si è tentato di raggiungere l’ospedale Paternò-Arezzo di Ragusa. A bordo dell’ambulanza c’erano i medici specialisti della struttura privata. Durante il tragitto la neonata avrebbe avuto una violenta crisi, inutile è stato il tentativo dei medici di rianimarla. Il corpo è stato portato nell’ospedale di destinazione a Ragusa.

I medici presenti sull’ambulanza, su delega del sostituto procuratore di Ragusa, Serena Minicucci, sono stati sentiti dalla polizia, come persone informate sui fatti. Il magistrato deciderà se disporre l’autopsia. Intanto a Catania, dopo la denuncia ai carabinieri da parte dei familiari della piccola, la Procura ha aperto un’altra inchiesta, per eseguire gli atti più urgenti, disponendo il sequestro della cartella clinica nella casa di cura. La nonna paterna della piccola avanza il dubbio che «dall’una alle quattro si sia perso del tempo prezioso, forse i medici non si sono accorti che stava male, e per questo non hanno accelerato. Quello che è successo – continua – è inconcepibile. Vogliamo sapere se c’è stata negligenza, ne abbiamo il diritto».

Il ministro Lorenzin ricorda che «nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, Lea, abbiamo inserito la parte prenatale come assistenza al parto. Per noi la rete di neonatologia è una priorità. In tempi brevi verificherò i Lea in Sicilia a la rete neonatale». Intanto anche l’assessora Borsellino ha annunciato l’avvio di un’ispezione. «Voglio capire quanto accaduto – afferma – Voglio sentire le tre aziende ospedaliere e faremo luce, lo posso dire con certezza. Non possiamo permettere che accadano cose del genere. E’ semplicemente allucinante. Va fatto un lavoro di accertamento. Ho convocato per domani mattina alle 10 e 30 tutti i direttori sanitari e generali degli ospedale coinvolti e il responsabile del 118. Voglio capire quello che è accaduto».

Secondo la dirigente dell’Utin dell’ospedale Garibaldi, Agata Motta, «i posti nelle Unità di terapia intensiva neonatale a Catania sono certamente meno di quelli che sarebbero necessari». A proposito della richiesta per ospitare la neonata, spiega: «Abbiamo ricevuto la chiamata del 118 che ci ha chiesto la disponibilità di un posto impersonale. Il reparto è pieno, abbiamo dieci posti letto, e non c’era la disponibilità. Ci sono dei criteri per la priorità nei ricoveri nelle Utin, fissati da un protocollo del 2014, che noi applichiamo da due anni». «Al momento della nascita la piccola presentava condizioni di salute critiche che richiedevano la rianimazione neonatale immediata e il trasferimento in una Utin, una volta stabilizzati i parametri vitali», sostengono i responsabili della clinica Gibiino. «Si è provveduto immediatamente a eseguire la procedura necessaria al trasferimento», ma – precisano – «solo dopo numerosi e vani tentativi, in seguito a svariate e reiterate richieste rivolte al 118, preso atto che l’unica Utin disponibile era l’ospedale di Ragusa, con un’ambulanza attrezzata privata la neonata è stata trasferita». 

Il presidente della Regione Rosario Crocetta ha parlato di «scaricabarile assurdo», minacciando «provvedimenti molto duri a partire da domani». Al governatore è giunta anche una telefonata dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha espresso «incredulità» per quanto avvenuto. Per il sindaco di Catania Enzo Bianco «si tratta di un episodio gravissimo, che conferma come sia assolutamente indispensabile un coordinamento non soltanto tra le strutture catanesi, che da tempo abbiamo avviato, ma tra quelle dell’intera città metropolitana. Quando i posti in determinati reparti specialistici si esauriscono, deve immediatamente scattare un piano alternativo che consenta di trasportare il paziente nella struttura più vicina e nel più breve tempo possibile».


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