La criticità di Catania, i problemi con le discariche e l'impiantistica rimasta al palo rischiano di fare da contorno al possibile annuncio di Musumeci sul passo indietro in vista delle Regionali. Intanto assessorato e Srr cercano soluzioni a medio termine
Rifiuti, si lavora su più fronti per arginare il tracollo Ipotesi gara unica per portarli fuori e aiuti economici
Da viale Campania, a Palermo, dove ha sede l’assessorato regionale c’è chi garantisce: «Non è vero che si naviga a vista». Dall’altra parte dell’isola, a Catania, città che da qualche anno veste la maglia nera in fatto di gestione dei rifiuti, migliaia di cittadini potrebbero rispondere in coro: «Solo perché le montagne di spazzatura sono così alte che tra non molto neanche consentiranno di guardare fuori dalla finestra». Nel giorno in cui Nello Musumeci con molta probabilità annuncerà il passo indietro dall’ipotesi di una ricandidatura – rispettando così suo malgrado la promessa fatta cinque anni fa quando si insediò assicurando di voler aiutare la Sicilia ma senza mettere le tende a Palazzo d’Orleans – la Sicilia, specialmente la parte orientale, si sveglia in condizioni pessime in fatto di pulizia. L’ennesima cartolina negativa che fa a pugni con gli sforzi di marketing del piano See Sicily, ma che ancor prima che i turisti impensierisce i residenti.
Quando si supererà l’emergenza? Quanto ancora le cose potranno peggiorare? Sono queste le domande più gettonate. Trovare le risposte spetta a Regione, Srr e Comuni, con la relativa ripartizione di competenze e altrettanta tentazione a cedersi reciprocamente la patata bollente. I fronti da gestire, peraltro, sono molteplici: dai problemi con la raccolta che hanno fatto precipitare la situazione a Catania all’esiguità di spazi nelle discariche, che dopo il superamento delle criticità politiche a Gela hanno registrato la chiusura d’imperio di quella di Motta Sant’Anastasia. Restano poi i punti interrogativi legati all’attività dell’impianto di trattamento meccanico-biologico di Sicula Trasporti e alla necessità di trovare un piano realmente percorribile per inviare i rifiuti fuori regione. Per ultimo, ma non per ordine d’importanza, il capitolo inceneritori che, con la possibile uscita di scena di Musumeci, bisognerà capire se continuerà a essere in cima all’agenda politica del governo regionale.
Buona parte di questi temi dovrebbero essere affrontati venerdì mattina nella sede della Srr Catania Area Metropolitana. Negli uffici di viale Africa, arriveranno per primi i responsabili di Gema, il consorzio che si è aggiudicato la gara settennale per la parte centrale di Catania ma il cui debutto in città ha lasciato desiderare. Al momento, in realtà, non si è ancora capito cosa sia andato storto. Ciò che è certo è che la spazzatura in diversi quartieri non è stata raccolta e tra i punti su cui fare chiarezza ce n’è uno riguardante la quantificazione del numero di mezzi realmente disponibili da subito rispetto a quello previsto dal capitolato d’appalto. Dal Comune hanno fatto sapere che qualche problema lo si è avuto con la fase di immatricolazione dei nuovi autocompattatori, ma la Srr ha deciso comunque di approfondire.
Nella stessa mattinata, a varcare l’ingresso dovrebbero essere responsabili – non si sa se il direttore tecnico o gli amministratori giudiziari – della Sicula Trasporti. La società, sequestrata ai fratelli Leonardi dopo il bliz Mazzetta Sicula, è chiamata a fare chiarezza sui quantitativi accettati quotidianamente. Provando a capire come mai, nonostante rispetto a un mese fa, il numero di camion che riesce a scaricare sia aumentato le criticità nei territori non siano diminuite. Dal canto loro, le Srr della Sicilia orientale – Messina Area Metropolitana, Catania Area Metropolitana, Catania Provincia Nord e Siracusa – hanno deciso di tentare la strada comune per arrivare all’affidamento del servizio di trasporto fuori regione dei rifiuti eccedenti il 35 per cento di indifferenziata. Nei mesi scorsi, un tentativo in solitaria della Srr Catania Area Metropolitana si era concluso con un flop: zero partecipanti per via di una base d’asta giudicata antieconomica. Per aggirare il problema, i Comuni, che sono i soci delle Srr, hanno chiesto una volta ancora alla Regione di poter essere aiutati nell’affrontare gli extra-costi legati al trasporto. Dall’assessora Daniela Baglieri sarebbe arrivata un’apertura anche se sui criteri da seguire per stabilire la misura del sostegno ci sarebbe ancora poca chiarezza. Non è escluso, inoltre, che la Regione possa nominare un commissario ad acta per occuparsi dell’iter della gara d’appalto.
Per quanto riguarda, i due inceneritori che il governo regionale ha dichiarato di voler realizzare – ma bisognerà comunque vedere se la visione politica sarà condivisa anche dal nuovo esecutivo che si insedierà a novembre e che, a questo punto, non sarà guidato da Musumeci – nei giorni scorsi il dipartimento regionale ai Rifiuti ha chiesto a tutte le Srr della Sicilia uno «uno studio del flusso dei rifiuti che andrebbero a consentire l’economicità della messa in funzione» dei due impianti. La richiesta punta ad aggiornare i dati al presente, anche nella consapevolezza che il piano regionale di gestione varato l’anno scorso dal governo contiene, per via della gestazione oltremodo lenta, informazioni risalenti a qualche anno fa. E in tema di tempistiche non celeri e impiantistica va segnalata la pubblicazione della gara per la fattibilità tecnica – il primo livello della progettazione – di un impianto pubblico di compostaggio che serva la Srr Catania Area Metropolitana. Risale a oltre tre anni fa, la nomina della Regione di un commissario ad acta per sopperire alle inerzie delle Srr e velocizzare gli iter di localizzazione e progettazione degli impianti pubblici.