Ars, maggioranza allo sbaraglio: dagli evasori del bollo allo sport, passano gli articoli da campagna elettorale

Il primo atto della fine di un governo regionale. A fare da adeguato palcoscenico è stata Sala d’Ercole, al termine di una giornata che rimarrà nella storia del governo di Renato Schifani. Nessun applauso a chiusura dello spettacolo, ma cocci rotti che sembrano essere impossibili da riparare. Complice il voto segreto, che ha confermato malumori e contrasti nella maggioranza, l’esecutivo è caduto sotto la raffica di colpi dei franchi tiratori. Una quindicina. Nel corso delle votazioni sugli articoli della manovra quater all’Ars, hanno dimostrato di avere il caricatore pieno e un bersaglio chiaro. Nessuno stupore. Il clima che, nelle ultime settimane, si respirava nella maggioranza è oramai diventato prodromico di una tempesta annunciata. Tra il dissenso di Fratelli d’Italia per le nomine nella Sanità, il malumore degli autonomisti e gli scricchiolii all’interno di Forza Italia.

Dal Capodanno alle infrastrutture: gli articoli della manovra saltati all’Ars

Sono 17 su 54 gli articoli bocciati. Componevano il testo della manovra quater approdata in aula. Ed erano – sarà un caso, ma non crediamo – quelli più graditi al presidente Schifani. Undici. Sono queste le volte in cui il governo è andato sotto: tre volte durante la mattina, otto volte nel pomeriggio. E la serata si è dimostrata una vera débâcle. Tra le norme bocciate c’è quella che prevedeva 2 milioni di euro per il Capodanno a Messina e Palermo, con le dirette televisive nazionali. Uno stop arrivato proprio mentre il Comune di Palermo aveva avviato la ricerca dell’artista per il Capodanno 2026. Dopo aver ingaggiato, negli ultimi anni, cantanti del calibro di Elodie e Biagio Antonacci

Saltati i contributi per l’editoria e per i laghetti aziendali, ma anche gli incentivi per il south working, tanto cari al presidente Schifani. E poi il finanziamento al Cefpas, i soldi per i conservatori di musica, gli interventi di pulizia degli svincoli autostradali. Addio anche ai 5 milioni a Sicilia digitale per chiudere il vecchio contenzioso con Engineering. Alla quale, a questo punto, resta solo il rischio di fallimento.

Tra i colpi andati a segno della pattuglia che ha gestito il voto segreto, si è frantumato il contributo all’aeroporto di Trapani Birgi. Ma anche la norma tecnica per il sistema finanziario della Regione e il finanziamento del film su Biagio Conte. Clamorosa la bocciatura, anche con i voti di Fratelli d’Italia e Mpa, che si sono sommati a quelli di Pd e Movimento 5 Stelle, delle due norme-mancia da 25 milioni e da 5 milioni per 315 mini-interventi infrastrutturali. Senza gara, nei Comuni di provenienza dei deputati, e per il restauro di chiese e strutture collegate.

Sanatorie, sport e scuola: salvi gli articoli da campagna elettorale

Tra gli articoli della manovra quater salvati dall’Ars, almeno, i fondi per la stabilizzazione dei lavoratori dei consorzi di bonifica, i contributi all’Azienda siciliana trasporti, il Maas e l’Ipab di Paternò. Salva anche la nuova sanatoria per gli evasori del bollo auto e l’allargamento del reddito di povertà ad altre tremila famiglie, con scorrimento della graduatoria. Via libera anche alle misure per i disabili. Approvate le norme, a firma Roberta Schillaci (M5s), che stanziano 200mila euro per consentire agli atleti disabili di raggiungere i luoghi di allenamento e 300mila euro per acquistare le protesi di cui hanno bisogno.

Approvate anche le misure che destinano 3 milioni di euro per interventi di rigenerazione urbana per incrementare gli spazi di verde pubblico e migliorare la vivibilità delle città. E quella che aumenta le risorse per il settore forestale. Sì dell’Ars anche ai 4 milioni di euro per la fornitura gratuita dei libri di testo agli alunni delle scuole secondarie siciliane, per sostenere le famiglie e il diritto allo studio. Come già MeridioNews vi aveva anticipato, la manovra quater dimostra che è già iniziata la campagna elettorale. E, contemporaneamente, è inziata la via crucis di un governo che, non solo è in frantumi, ma a cui non basterà un semplice rimpasto per permettere al suo condottiero di rimanere sul cavallo del comando. Sempre in attesa del vertice di lunedì.


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