Uno sguardo sull’arte: le sfuggenti balene di Alberto Orilia

Un giovane artista dalle tante passioni creative: versatile e romantico, sognatore e appassionato di cetacei, che diventano protagonisti di parte della sua arte. Non solo soggetti o forme da studiare e da interpretare fisicamente, ma anche strumenti di sensibilizzazione sulle specie marine e la sacralità di questi esseri antichi e da tutelare. Si tratta di Alberto Orilia, dal marzo 2022 anche co-fondatore e grafico di )( Parentesi Tonde – artist run space, a Palermo (Discesa dei Candelai, 21), collettivo che promuove le arti contemporanee sul territorio palermitano. Con una grande attenzione anche alla creazione di contenuti social per promuovere mostre ed eventi culturali. Ma perché proprio le balene? «Forse perché da bambino il mio pigiama preferito recava proprio il disegno di una balena, o forse perché ne disegnavo in quantità da sempre, fin dai tempi dell’asilo», risponde Orilia. La delicatezza espressa dall’artista è sensibilissima alla natura dei giganti marini, specie ancora poco conosciuta, che l’artista interiorizza e interpreta anche fisicamente, con pose fotografiche e un’immedesimazione corporea che tenta di indagare l’ineffabile condizione formale e interiore delle specie prese in esame.

Nato nel settembre del 1997, Alberto Orilia oggi vive e lavora a Palermo come artista visivo e graphic designer freelance. Nel 2022, ha completato il biennio specialistico in Grafica d’arte presso l’accademia di Belle arti di Palermo, presentando la tesi dal titolo Whaleaser – l’estetica dell’identità. Nello stesso anno, ha intrapreso un percorso di alta formazione presso la Slash School, conseguendo nel settembre 2023 il master di primo livello in Graphic Design e il titolo di Visual designer. Fin da giovane, Orilia ha nutrito una profonda passione per la cetologia, lo studio delle balene e dei delfini. Questi animali sono diventati una parte centrale della sua ricerca artistica, fungendo da fonte di ispirazione per un immaginario che esplora la simbologia culturale e collettiva dei cetacei, reinterpretandola attraverso un linguaggio che ne esprime i significati più intimi, concettuali ed estetici.

Per l’artista, i cetacei rappresentano delle «figure di riflessione», modelli che usa come esempi nella sua vita quotidiana, identificandosi con essi. Orilia definisce le balene «animali metamorfici», creature la cui forma sfugge continuamente, impossibile da definire con precisione a causa della loro imponente grandezza e della distanza fisica che separa l’uomo da esse. La sua ricerca ruota attorno alla continua esplorazione della forma perfetta, un tema centrale nel suo lavoro. Un altro aspetto fondamentale del suo percorso creativo è l’attrazione per il concetto di icona, nel suo senso mistico e unico. L’artista, nel suo lavoro, attinge a discipline come la musica, l’arte, la moda e la grafica, utilizzandole come orientamenti per la sua ricerca visiva. La sua pratica si sviluppa nella creazione di immagini che riflettono il suo senso estetico, risultato di un’attenta ricerca scientifica nel campo della cetologia.


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