Scontro all'Assemblea regionale siciliana ieri sera nel dibattito sullo sblocco dei finanziamenti da parte di Roma. «Rischiamo di governare sulle macerie», profetizza il grillino Cappello. Il presidente si difende: «Abbiamo fatto un accordo che tutela la nostra autonomia, perché non elemosineremo più»
Ars, opposizioni all’attacco sull’accordo Stato-Regione Crocetta: «Con M5s o destra al governo, Sicilia fallita»
«Abbiamo fatto bene e stravinceremo anche le prossime elezioni». Ne è certo Rosario Crocetta, che nella sua arringa difensiva, in una sala d’Ercole semideserta, ieri sera ha risposto alle accuse mosse dall’Aula sull’accordo Stato-Regione siglato a Roma un paio di settimane fa.
Un accordo contro cui si è schierata praticamente tutta l’opposizione, da Bernadette Grasso – secondo cui si tratta di un patto «sulla pelle dei siciliani, che ne pagheranno da subito gli effetti devastanti» – al capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, che ha sottolineato come i tagli incideranno maggiormente sui Comuni «depauperati di 20 milioni, come gli ex pip e i forestali, che subiranno tagli da 12 milioni ciascuno». «Con le vostre scelte – ha sottolineato invece il deputato pentastellato Francesco Cappello – ci state consegnando la Sicilia, il prossimo governo sarà a Cinque Stelle, ma rischiamo di amministrare una Sicilia in macerie».
Non è tardata ad arrivare, naturalmente, la replica di Crocetta, che nel suo intervento ha più volte lasciato frecciate ai grillini di sala d’Ercole («l’onestà non è uno slogan» ha più volte sottolineato nel suo intervento). «Se avessero governato il movimento 5 stelle e il vecchio centrodestra in questi anni, questa Regione sarebbe al fallimento».
Insomma, secondo il governatore, le critiche mosse dall’opposizione (e dalla stampa, come sottolineato nel corso di diversi interventi) sarebbero soltanto «pretestuose, portate avanti da chi non accetta confronti. La dimostrazione è quest’aula semivuota, in cui molti hanno parlato e se ne sono andati. Chiudetelo voi il bilancio – è la tesi di Crocetta – senza quel miliardo e 685 milioni. Noi abbiamo salvato la Sicilia e abbiamo fatto un accordo che tutela l’autonomia siciliana, perché non elemosineremo più, come hanno fatto gli altri governi di ascari. In quest’Aula ci si è chiesti se avessi letto l’accordo. Non solo l’accordo l’ho letto, ma l’ho anche voluto, sono io che ho chiesto di poter operare col pareggio di bilancio».
Naturalmente la lunga arringa ha permesso a Crocetta di togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa, come nel caso dei Cinque Stelle: «Questi presunti innovatori votano insieme a questa destra, che persino punta ad abolire la doppia preferenza di genere». Il governatore replica a distanza anche al commissario di Forza Italia, Gianfranco Micciché, «quando parlano del presidente della Regione, non di Rosario Crocetta, sarebbe il caso che usassero altri toni, per rispetto dell’Istituzione. Se dovesse succedere di nuovo, qualche provvedimento lo prenderemo».
Infine un appello, che suona quasi come una preghiera, agli alleati: «Noi abbiamo messo in campo rigore e serietà. Voglio dire al centrosinistra, agli alleati, ai compagni di viaggio di non essere timidi. Rivendichiamo i risultati di questo governo».