Ars, l’errore informatico sull’interrogazione fratricida fa esplodere Forza Italia. I parlamentari invocano l’intervento della procura

Doveva essere una ripresa tranquilla quella dell’Assemblea regionale siciliana di ritorno dalle ferie estive. E invece ieri pomeriggio è scoppiata una vera e propria bomba. Una bomba che si abbatte su Forza Italia, partito in cui le guerre interne non sono più così nascoste, ma sono uscite alla luce del sole nella maniera peggiore. Pronti via, prende la parola il presidente dell’Assemblea, Gaetano Galvagno, rimasto solo per puntualizzare su una situazione: «Volevo rispondere all’onorevole La Rocca Ruvolo in merito alla sua interrogazione urgente in forma scritta – dice – perché è successa un’anomalia rispetto a un documento che non è stato formalmente inviato. Avrei dovuto confrontarmi con il presidente della Regione per dare seguito a quest’interrogazione. L’anomalia è che io ho ricevuto una risposta all’interrogazione, ma noi non l’abbiamo mai formalmente mandata».

Spieghiamo meglio: Margherita La Rocca Ruvolo, deputata di Forza Italia, presenta un’interrogazione parlamentare rivolta all’assessora alla Salute Giovanna Volo, anche lei in quota Forza Italia, sulla presunta illegittimità della nomina a dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute di Salvatore Iacolino, già europarlamentare di Forza Italia. Una risposta all’interrogazione che è arrivata lo scorso 3 di luglio ma che non ha soddisfatto La Rocca Ruvolo. La deputata ha deciso quindi di lavorare a un’ulteriore interrogazione. «Ho chiesto – dice la deputata – se era possibile, secondo il regolamento, invocare l’urgenza». Risposta affermativa, se non ché, per invocare l’urgenza su una interrogazione deve esserci prima il via libera da parte del presidente dell’Ars dopo un confronto con il presidente della Regione. Confronto che non c’è stato in questo caso, perché l’interrogazione non era ancora stata trasmessa. Ma la deputata riceve lo stesso una risposta scritta.

Da chi e perché? «Vengo chiamata dagli uffici e dal presidente dell’Assemblea per una cosa alquanto incresciosa – dice ancora La Rocca Ruvolo – era arrivata una risposta alla mia interrogazione del 12 luglio (la seconda, ndr), ma la mia autorizzazione (alla trasmissione, ndr), in maniera ufficiale, non era ancora partita. Ricevo però una risposta, con una nota del presidente della Regione, per un’interrogazione che non hanno ancora avuto. Peraltro la mia interrogazione viene trasmessa al presidente in maniera incompleta: manca infatti la prima parte del testo. Il problema qui è capire chi e per quale motivo, sotto banco, abbia violato il sistema informatico di questa Assemblea, facendo arrivare sulla scrivania del presidente della Regione un’interrogazione incompleta e non trasmessa attraverso i canali ufficiali». La deputata invoca l’intervento della polizia postale, ma il dato ormai è tratto e in Aula, tra i pochi presenti, scoppia la bagarre.

«Se non fosse per il rispetto di quest’Aula direi che sono su Scherzi a Parte. Tra l’altro non ho ancora letto la risposta, ma come fanno a rispondermi se non hanno letto l’interrogazione completa?», conclude La Rocca Ruvolo. L’attacco a Iacolino fonda le sue basi sull’avviso pubblico che ha preceduto la nomina, che prevedeva in autodichiarazione l’attestazione di «non essere stato, in quanto dirigente pubblico  e/o privato, licenziato per giusta causa o decaduto». L’ex europarlamentare forzista, invece, è stato licenziato dall’Asp di Siracusa, o meglio, è stato dichiarato decaduto, per «reiterata  violazione di norme contrattuali e di legge».

E questo putiferio accade alla prima occasione utile dopo le dichiarazioni del presidente Renato Schifani, che riguardo alle nomine sulla Sanità ha parlato di «balletto inqualificabile». «Questa storia è di una chiarezza esagerata – ribatte Gianfranco Miccichè, epurato da Forza Italia – Quello che c’era scritto in quell’interrogazione il presidente lo sapeva benissimo: il dottore Iacolino era stato licenziato dall’Asp di Siracusa, quindi nell’autoattestazione, quando scrive che non ha mai subito licenziamenti dice palesemente il falso -sostiene il deputato – Non ci sarebbe bisogno nemmeno di un’interrogazione, ci sarebbe da andare in procura a parlare di falso ideologico. Non credo possa esserci una soluzione diversa, perché è successo un fatto grave, perché questo signore, che è stato nominato in maniera falsa – sono le parole di Miccichè – ha poi di fatto nominato tutti i vertici della Sanità siciliana. Una cosa di cui in questi giorni si sta discutendo abbastanza».

E a invocare il ricorso alla giustizia sono anche i deputati del Partito democratico tramite il loro capogruppo Michele Catanzaro: «Mi dispiace che non ci sia il presidente Ignazio Abbate della prima commissione – spiega – dove in quei giorni abbiamo avuto minuti di tensione per quello che stava accadendo: abbiamo preteso che quelle carte venissero verbalizzate e trasferite in procura, perché abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava con le nomine. Oggi veniamo a scoprire che c’è davvero un problema». Mentre dai banchi di Sud Chiama Nord Giuseppe Lombardo replica a sua volta: «Ma in Forza Italia, quando noi denunciammo il conflitto d’interesse del direttore Iacolino, perché non ne parlavate? Perché ne state parlando solo adesso? In Procura dovremmo mandare le dichiarazioni del presidente Schifani. Quello dovremmo denunciare, non la procedura sulla presentazione di un’interrogazione. Che faccia i nomi il presidente Schifani, visto che dice di conoscerli e che dica chi è quel manager». E siamo solo al primo giorno di Aula.


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