Dario Daidone resterà al suo posto come deputato dell’Assemblea regionale siciliana, oltre che presidente della commissione Bilancio. A deciderlo è stata la corte d’Appello di Palermo, che ha accolto il ricorso di Daidone, che aveva rischiato di decadere per ineleggibilità dopo il ricorso presentato da Carmelo Nicotra, compagno di partito di Daidone tra le fila di Fratelli d’Italia e primo dei non eletti alla Regione, che avrebbe dunque preso il suo posto qualora il tribunale gli avesse dato ragione.
Tra le contestazioni mosse a sfavore del presidente della commissione Bilancio c’era soprattutto quella di non essersi dimesso dall’incarico di componente del Cda di Irfis, una partecipata regionale, entro i tempi previsti per legge prima di candidarsi per le elezioni regionali. Accusa smontata da Daidone, che ha attribuito le responsabilità del ritardo non al tempismo nel presentare le dimissioni, che sarebbero arrivate in anticipo sulla scadenza, ma nei tempi lunghissimi con cui queste sono state registrate presso il registro delle imprese per ragioni di protocollo.
Il deputato di FdI è comunque sempre stato sicuro dell’esito della vicenda giudiziaria, tanto che il suo caso non rientrava nemmeno nelle fattispecie che la maggioranza intendeva condonare con il disegno di legge chiamato, per ovvie ragioni, Salva-ineleggibili, poi bocciato dal parlamento al momento del voto.
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