Si apre oggi una settimana importante per la politica siciliana. Sette giorni per provare a capire come mettere giù questa benedetta manovra finanziaria 2013. La situazione è complessa: un miliardo di buco sul 2012, un altro miliardo di ammanco per questanno e, ciliegina sulla torta, la manovra banditesca del governo nazionale - il solito governo monti - che si vorrebbe tenere 90 milioni per il risanamento del paese, cioè delle banche.
Ars, da domani la maratona del Governo in commissione Finanze
Si apre oggi una settimana importante per la politica siciliana. Sette giorni per provare a capire come mettere giù questa benedetta manovra finanziaria 2013. La situazione è complessa: un miliardo di buco sul 2012, un altro miliardo di ammanco per questanno e, ciliegina sulla torta, la manovra banditesca del Governo nazionale – il solito Governo Monti – che si vorrebbe tenere 90 milioni per il risanamento del Paese, cioè delle banche.
Su questo punto si spera che il Governo di Rosario Crocetta e tutta lArs facciano valere le prerogative dellAutonomia siciliana bloccando questo ennesimo salasso su quale torneremo più avanti.
La notizia è che, da domani fino a venerdì, presso la commissione Bilancio e Finanze dellArs, sfileranno tutti gli assessori regionali accompagnati dai dirigenti generali dei dipartimenti. Audizioni volute dal presidente della commissione Bilancio, Nino Dina (nella foto a sinistra, tratta da corrieredisciacca.it), che vuole capire – e non ha torto – la reale situazione finanziaria di ogni dipartimento. Per verificare come intervenire con inevitabili tagli non orizzontali.
Perché il bilancio che lArs si accinge a discutere non potrà che essere di contenimento delle spese. Sui 2 miliardi di euro cè poco da studiare. Su questo fronte bisognerà lavorare di fantasia. Lassessore allEconomia, Luca Bianchi, qualche segnale, in questo senso, lha già lanciato con la proposta dei Trinacria bond dal patrimonio immobiliare siciliano.
Cè, in ogni caso, da risolvere la questione dei 900 milioni di euro che lo Stato intende scippare alla Sicilia. Su questa vicenda è già intervenuto il professore Massimo Costa, economista e, soprattutto, difensore dellAutonomia siciliana, che ha già indicato la strada da percorrere per mettere al riparo lAutonomia siciliana dalla nuova aggressione del Governo Monti: un Governo pessimo, che non ha risanato una mazza, che ha fatto crescere il debito pubblico e, soprattutto, che ha riversato i soldi che ha strappato dalle tasche degli italiani con le tasse alle banche.
Emblematico il caso del Monte dei Paschi di Siena al quale è stato erogato un prestito di 4 miliardi di euro. Tutto questo a una banca sulla quale indaga la magistratura, tra ammanchi, suicidi e quantaltro. Una vergogna tutta italiana.
Su questa storia dei 900 milioni di euro lo scenario non è chiaro. Le imposte, in Sicilia, benché incamerate dalla Regione, vengono incassate dallAgenzia delle Entrate. Particolare non di poco conto, perché lo Stato potrebbe trattenerle. Per questo, però, serve il parere positivo della Commissione paritetica Stato-Regione siciliana. Senza questo parere – che fino ad oggi non c’è – lo Stato non dovrebbe trattenere i 900 milioni: soldi che, peraltro, come ha spiegato il già citato professore Costa, non spettano allo Stato.
In questa storia – lo ripetiamo – bisognerà vedere come reagiranno il Governo della Regione di Rosario Crocetta e lArs. La questione non è secondaria, perché da questo 900 milioni di euro dipenderà il futuro dei 25 mila forestali, dei 23 mila precari degli enti locali e via continuando con le emergenze.
Un altro problema, sempre di bilancio, lo solleva il parlamentare di Fratelli dItalia, Salvino Caputo (foto a destra). Il Governo – scrive Caputo in un comunicato – individui gli strumenti e le risorse per garantire il rinnovo dei contratti dei 23 mila precari siciliani che scadono a breve. Bisogna affrontare questo problema prima dellesplosione di una vera emergenza occupazione. Il presidente non può continuare a fare proclami o dichiarazioni sui giornali. Oltre alla questione Gesip (la società del Comune di Palermo con mille e 800 dipendenti a spasso ndr) ci sono le altre emergenze legate ai lavoratori precari presso gli enti locali, quelle legate al personale degli Ato e quello dei forestali.
Il contratto dei 23 mila precari che operano negli enti locali siciliani scade il 30 aprile. Ancora non sappiamo dal Governo – continua Caputo, che su tale vicenda ha presentato uninterrogazione – in che modo reperire le risorse per il rinnovo dei contratti, ma è chiaro che non si può perdere tempo prezioso e che urge affrontare in modo serio e preciso la questione legata al futuro occupazionale dei lavoratori precari siciliani.
Il problema dei precari degli enti locali è finanziario, ma anche normativo. Fino a luglio potranno essere contrattualizzati. Poi, però, dovrebbe intervenire il Parlamento nazionale con una nuova legge.
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