L'Assemblea regionale ha approvato la finanziaria ter soltanto all'alba. Non passa l'articolo che prevedeva più di 10 milioni di fondi per le due infrastrutture. A votare per la sua soppressione anche molti deputati del Pd, nonostante la posizione opposta di Rosario Crocetta e l'interesse di Confindustria. «Né il governatore né gli industriali ci hanno convinto - commenta Concetta Raia - in questi anni sono stati dati fondi a non finire, ma le opere non sono state fatte». E parla anche di rischio infiltrazioni mafiose
Ars boccia finanziamenti a Maas e interporto Raia (Pd): «Gestione opaca e troppi debiti»
Niente soldi per il Maas (il mercato agroalimentare siciliano) e l’interporto di Catania. L’Assemblea regionale siciliana – che ha approvato la terza finanziaria dell’anno alle 5.30 di stamattina – ha respinto la proposta di finanziamento per le due strutture: circa otto milioni di euro per l’interporto e un milione e mezzo per il Maas. L’articolo 19 non è infatti passato. Per la sua soppressione si sono espressi – a voto segreto – favorevolmente 41 deputati, solo 28 i contrari. Ben oltre quindi il gruppetto dei 14 parlamentari del Movimento 5 stelle, che avevano annunciato la volontà di eliminare il finanziamento. I voti che hanno affossato la proposta sono bipartisan, ma in larga parte arrivano dalla stessa maggioranza di Rosario Crocetta. Eppure il governatore si era battuto in difesa della ricapitalizzazione sia del mercato che della Società interporti. Quest’ultima cara soprattutto a Confindustria che, tra l’altro, vede un suo membro, Alessandro Albanese, al vertice di Confindustria Palermo, anche presidente della partecipata. «Evidentemente il presidente Crocetta non aveva condiviso questa scelta con la sua maggioranza, mentre Confindustria non è riuscita a convincere i 90 parlamentari dell’Ars», commenta Concetta Raia, esponente di punta del Partito democratico siciliano e tra i deputati che hanno votato contro il doppio finanziamento.
Tante le criticità, sottolineate da Raia, che hanno portato alla bocciatura. «Per quanto riguarda l’interporto non avremmo finanziato tanto i lavori, ma avremmo ripianato i debiti di una società che non è riuscita in tanti anni a completare le opere», denuncia la deputata del Pd. Secondo l’ultima relazione presentata dalla Società interporti siciliani (che gestisce anche la realizzazione dell’infrastruttura di Termini Imerese) il debito ammonta a 2,5 milioni di euro ed è giustificato dal fatto che l’interporto non è ancora entrato in funzione al massimo delle sue potenzialità, essendo stata realizzata solo l’area di sosta. «Eppure in questi anni hanno usufruito di fondi a non finire», continua Raia. Altro capitolo è il rischio di infiltrazioni mafiose, di cui ha parlato ieri in aula Nello Musumeci, presidente della commissione antimafia. «È un rischio reale – commenta Raia – bisogna capire quanto personale c’è, quanti incarichi esterni sono stati dati e come sono state utilizzate le risorse».
Un approfondimento che evidentemente non è stato ancora affrontato, nonostante la Regione sia il socio di maggioranza della Società interporti. Nei giorni scorsi sono state aperte le buste della nuova gara d’appalto per la gestione del Polo logistico dell’interporto (i cui lavori sono in fase di arrivo) e per la realizzazione e gestione del Polo intermodale. Un affare da 34 milioni di euro. L’unica ad aver presentato un’offerta è la società Tecnis. Cosa succederà adesso, senza i finanziamenti regionali, è ancora tutto da chiarire. La Società interporti aveva già messo le mani avanti, denunciando il rischio della perdita di 184 milioni di fondi Cipe, in assenza del contributo da Palermo. «C’è la necessità di istituire a settembre una sottocommissione che faccia luce su molti aspetti controversi di questa gestione, così come abbiamo fatto per la formazione e le partecipate», conclude Raia.